Se vi aspettate i classici scenari di L'Avana coloniale, fatta di donne mulatte, sigari e vecchie auto, il racconto di Cuba - in mostra a Camera16 (via Pisacane 19) fino al 28 gennaio - vi sorprenderà.
Al centro degli scatti di Mauro D'Agati, riuniti dalla curatela di Carlo Madesani, il barrio di Alamar. Sorto attorno agli anni Settanta come quartiere operaio per volontà e mano degli stessi lavoratori, Alamar doveva rappresentare la città modello della famiglia comunista del futuro, ma anziché diventare una culla di avanguardia, solo pochi anni più tardi si trasforma inspiegabilmente in una zona degradata, i cui resti si ergono oggi a testimoniare la sconfitta di un sogno.
Alamar, erede di un importante movimento contro culturale, è stato abitato da profughi provenienti da tutto il mondo, da intellettuali che contestavano la rigida burocrazia statale, da artisti e poeti.
Solo 15 km lo separano dal centro storico della città de L'Avana, ma questo quartiere, fatto di palazzi prefabbricati ormai cadenti, non è nato come attrattiva per stranieri e non ne è certo oggi espressione, rimanendo fuori dalle classiche rotte turistiche e dal racconto di quello che invece è stato un momento unico nella storia di Cuba.
Mauro D'Agati ne racconta le atmosfere con maestria, ridonando al quartiere quella vitalità di cui è intriso, nonostante oggi ciò che rimane siano solo i fantasmi di un sogno perduto.
Se per i suoi lavori precedenti aveva scelto tinte marcate per Vucciria - progetto sul celebre mercato palermitano - e la dominante del flash in Napule Shot - ampio lavoro sul capoluogo partenopeo – per Alamar il fotoreporter palermitano decide di raccontare questi scenari cubani desolati con toni caldi e accesi che sembrano voler dar voce ad una realtà ricca di contraddizioni.
Le immagini parlano di un passato che possiede ancora una forza vitale che non vuole essere messa a tacere ma che si mostra inevitabilmente sconfitta.
La mostra fotografica è visitabile fino al 28 gennaio dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. L'ingresso è libero. ( Fonte: www.mentelocale.it)
Autore: Silvia Mangiarotti
MAURO D'AGATI
Nato a Palermo nel 1968, D'Agati diventa fotografo professionista nel 1996, lavorando come fotografo di scena per varie manifestazioni artistiche, eventi teatrali e festival musicali in Sicilia.
Lavora per varie riviste nazionali ed internazionali quali GQ, Internazionale, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Io Donna, Corriere Magazine, Geo, Stern, Suddeutsche Zeitung, Das Magazin, Vision China, El Pais Semanal, Le Monde.
Nel 1999 pubblica il primo volume, Softly walking, immagini bianco-nero che raccontano la vita quotidiana di una coppia gay a Palermo (Charta editore).
Nel 2001 segue Detenuti (Cal.Co editore), un viaggio fotografico nelle carceri italiane. Dal 2002 è rappresentato per l'editoria dall'agenzia tedesca Focus.
Nel 2005 pubblica Vucciria (Contrasto editore), un libro dai colori acidi sull'abbandonato e dilapidato mercato arabo di Palermo. Vucciria è incluso inoltre nel volume Mutations 2006/07 Contemporary European Photography (Contrasto editore 2006).
Nel 2009 pubblica Palermo Unsung con l'editore tedesco Steidl, seguono i libri Alamar e Napule Shot, due progetti realizzati alla periferia dell'Avana e a Napoli tra il 2006 e il 2009 ( Steidl editore, 2010).
Nel 2011 pubblica il volume Less Vegas
Camera16
via Pisacane 6
Milano - MI
02 36601423
www.camera16.it
Orari d'apertura: martedì-sabato 15.00-19.00
'Alamar', le fotografie di Mauro D'Agati alla galleria Camera16 di Milano
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