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CLUB ANDARE IN GIRO

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Da Genova a Los Angeles. Tra Beverly Hills e Chinatown

Pubblicato da oleg su 1 Marzo 2012, 22:46pm

Tags: #I Nostri Speciali

http://www.mentelocale.it/img_contenuti/collaboratori/grandi/Los_Angeles_G.jpgSi inizia ad apprezzare Los Angeles quando finalmente ci si libera dall’idea che sia una città. LA è infatti una sterminata galassia popolata da 13 milioni di abitanti di ogni origine e provenienza, un grande corpo informe in cui le Freeways fungono da arterie. Una rete di strade e superstrade che prescindono dalla(e) città, la tagliano in lungo e in largo – a differenza del modello classico di tangenziali e circonvallazioni – e collegano realtà distanti e diversissime fra loro dalle zone ai piedi delle San Gabriel Mountains fino alle beach cities del Pacifico, dai ghetti dorati alla Beverly Hills a quelli delle gangs.

La prima regola se vivi a Los Angeles è: devi avere una macchina. La seconda regola è: devi avere una macchina. Questa città è la cavia dell'industria automobilistica americana che per anni, attraverso la sua potentissima lobby, ha schiacciato sul nascere tutti i progetti di trasporto pubblico sotterraneo e su rotaia. Ci sono circa 27 milioni di automobili a LA che ne fanno la città più inquinata d'America. Le freeways e le highways sono tantissime e trafficatissime. Possono trasformarsi in un incubo ma hanno anche un fascino unico con il loro continuo allargarsi da 4 a 6 a 8 a 10 corsie, con il loro piegarsi e restringersi in modo illogico ed innaturale e con dei nomi evocativi quali la mitica Ventura Highway o la Pacific Coast Highway.

Di molte città si dice spesso che siano belle per le loro contraddizioni. Los Angeles allora è uno splendido paradosso vivente. Costruita in fragile equilibrio sulla faglia di Sant’Andrea in una zona originariamente povera di acqua, è la città al mondo con più piscine. È la terza area metropolitana più ricca del mondo e vi abitano quasi 3 milioni di persone senza assicurazione sanitaria e più di un milione e mezzo di poveri ed emarginati.

È baciata dal sole per 330 giorni l’anno e soggetta ad allagamenti e smottamenti nei pochi giorni di pioggia. È la città dei 5 mandati – a partire dal 1973 – al sindaco nero Tom Bradley e quella delle riots del 1992 in seguito al pestaggio del nero Rodney King da parte della polizia. È la città dei quasi 2 milioni di salvadoregni – un quarto della popolazione di El Salvador – quella degli armeni più numerosi che a Yerevan, quella di Little Tokyo, Koreatown, Chinatown, Teherangeles, Filipinotown. Perfino quella dei laotiani (70.000), dei cambogiani e ovviamente dei 25 milioni di turisti che la visitano ogni anno per avere conferma che tutto quello che vedono nei film, in televisione, quello che ascoltano nelle canzoni esiste davvero.

Raymond Chandler si riferiva a  LA come «the big hard boiled city, with no more personality than a paper cup». Magari Los Angeles – originariamente El Pueblo de Nuestra Senora la Reina de Los Angeles de Porciuncula – sarà anche un recipiente difficile da decifrare e di scarso valore ma il contenuto è senza dubbio molto forte e può creare dipendenza.( Fonte: www.mentelocale.it)

Autore: Matteo Zacchetti

Matteo Zacchetti é nato a Genova e dopo gli studi universitari ha vissuto nella provincia italiana - Bergamo, Siena, Cuneo - prima di trasferirsi a Londra e poi a Bruxelles dove vive con moglie spagnola e due figlie europee. Da un paio di mesi é a Los Angeles e vi resterà fino a luglio di quest'anno per insegnare e imparare alla University of Southern California.
Gli piace il calcio (attivo e passivo), il mare, leggere e scrivere, mangiare e bere. Adora viaggiare e di una città ama il nome, i mercati e le strade. Filosoficamente si definisce ateo, guevariano e petriniano. Di Genova gli mancano soprattutto il mare, la focaccia e la Sampdoria ma non chiedetegli in quale ordine.

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