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CLUB ANDARE IN GIRO

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" La Val di Fassa oltre l'estate" di Virna Pierobon

Pubblicato da oleg su 14 Settembre 2011, 15:20pm

Tags: #I Nostri Speciali

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/dett_articolo/1315994123892_0.jpgLò l’é Val de Fascia, lò l’é mie paìscLò che i pré d’istà l’é dut l’é dut n fiorLò che i monc e l ciel i à l più bel color.... Lò che se pel goder pasc de paradis». «Lì c'è la Val di Fassa, lì è il mio paese. Lì dove i prati d’estate sono pieni di fiori, lì dove i monti e il cielo hanno il più bel colore, lì dove si può godere pace di paradiso». Il testo della canzone tradizionale, più conosciuta della Val di Fassa, «La cianzon de Val de Fasha», scritta da Francesco Dezulian del Garber, regala già nella prima quartina tutto il fascino di un luogo unico.

Frammenti di quella caleidoscopica vallata che da Moena sale a Canazei, passando per Soraga, Vigo, Pozza, Mazzin e Campitello. Uno sviluppo sinuoso, ma regolare di circa 20 km., lungo il corso addomesticato del fiume Avisio. Un anfiteatro naturale tra i più spettacolari al mondo, una vallata tutta da scoprire in ogni sua stagione. Specialmente in autunno. Abitati incastonati nel paesaggio, distese di prati, boschi infiniti poi su fino alla cima delle montagne: guardandole all’imbrunire sembrano giganti di pietra distesi al cospetto di un cielo che sembra non volersi arrendere mai alla notte. «La cianzon de Val de Fasha», rispecchia l’intera valle ed i suoi abitanti anche nella leggendaria nostalgia che richiama da sempre a questi luoghi, esaltando questa piccola patria montana, luogo di pace e di memorie, panorama ristoratore per ogni visitatore che ne colga l’essenza.

Risalendo dalla Val di Fiemme, le Dolomiti di Fassa appaiono quasi d’improvviso nel loro magico cerchio proprio in vista dell’abitato di Moena: la Roda di Vael, il gruppo del Catinaccio e, più avanti, il Sassopiatto, il Sassolungo ed il maestoso gruppo del Sella. Vicina, ma visibile solo verso la fine della valle dove svetta imponente il massicio del Vernel, ecco la Marmolada, la regina di tutti i monti ladini. Poi ancora su fino alle "viles" (insediamenti abitativi originari), come Medil e Lorenz che si raggiungono percorrendo antichi tratturi, che raccontano di faticosi insediamenti umani lontani nel tempo. La Val di Fassa, è la culla dolcissima ed aspra, di una comunità votata da sempre alla montagna ed al turismo. Circa 55.000 posti letto, tra hotel e agritur dell’ultima generazione, B&B, rifugi, appartamenti per vacanze e campeggi. In Val di Fassa, come citava un mai tramontato slogan della promozione turistica locale di fine anni '80, «si arriva ospiti e si riparte amici». Questo è merito degli abitanti della valle. La lingua ladina è più aperta all’italiano che in altri luoghi e il carattere dei Ladini di Fassa è schietto ed accogliente. Fu una donna ad aprire le porte allo sviluppo turistico. Tutto iniziò sul passo del Pordoi dove era salita da sola.

Maria Piaz Dezulian (1877-1971) fu una delle promotrici del turismo agli inizi del Novecento; proprio quando si stava costruendo la Strada delle Dolomiti che doveva collegare Bolzano a Cortina d’Ampezzo, Maria ebbe l’intuizione nel 1902, di avviare un minuscolo punto di ristoro sul Passo Pordoi, prendendo in affitto una misera baracca che già esisteva più che altro come deposito di materiali. La donna cominciava così, da sola, con uno spirito d’iniziativa del tutto inusuale a quei tempi, un’attività di valorizzazione turistica dell’Alta Val di Fassa che ha portato avanti per tutta la vita. Maria era, sorella di Tita Piaz, all’epoca già famoso alpinista e guida alpina. Quando l’estate volge al tramonto la Val di Fassa sembra trasformarsi ed uscire come d’incanto da una fiaba: distese verdi e il leggendario «Giardino delle Rose» sul Catinaccio, «Rosengarten» nella più romantica denominazione tedesca, che da settembre in poi acquista una veste ancora più magica e ammagliatrice. L’esplosione estiva della natura sembra trasformarsi in una tavolozza di colori dalle mille gradazioni: dal verde che tende a svanire, all’azzurro cobalto del cielo, dal giallo carico delle prime foglie cadute, al leggero tocco arancio dei larici che accendono i boschi di nuovi toni.

Basta salire in Val di Fassa, da settembre in poi, fino ad ottobre inoltrato, lassù tra le vette dei «Monti Pallidi», così chiamati perché, specialmente in estate, assumono un particolare colore tenue, rosa o violetto, a seconda della luce. Questa è la stagione dello "slow trekking" (camminare lento), quello intenso nelle emozioni forti. L'aria è più dolce, fresca e pungente nel mattino, dorata e generosa durante il giorno. E’ il tempo del piacere da cercare nel cammino, da praticare cogliendo ogni dettaglio di questi luoghi e della loro magnificente natura, in compagnia o in perfetta solitudine. E’ la Val di Fassa più seducente, quella più silenziosa ed incantatrice, sicuramente introspettiva. Quella dei paesi da Moena a Canazei, che si svuotano, ma che riacquistano la loro dimensione lenta, vera, tradizionale. Dei valligiani sorridenti e sorprendentemente loquaci, dei gestori dei rifugi che hanno finalmente tempo per alzare gli occhi alle loro montagne raccontandone con immutata meraviglia le incredibili storie che celano.

La Val di Fassa offre centinaia di sentieri per escursioni di vario livello. Vie ferrate di difficoltà diversa per escursionisti attrezzati. Vie alpinistiche per scalatori. Sempre saggiamente consigliati ed accompagnati dalle Guide Alpine. Si possono percorrere valli laterali incantate o sentieri in alta quota fino a raggiungere la vetta più alta di tutte le Dolomiti, la Marmolada (m. 3.342), la regina, l'ultimo ghiacciaio dolomitico. Alcuni sentieri in quota si raggiungono anche più facilmente, grazie agli impianti di risalita ancora in funzione. Molte le attività anche per i bambini e giovani, dalla mountain bike al down hill, agli acropark, fino al torrentismo, per nominarne alcuni tra i più apprezzati. Poi le benefiche acque termali di Pozza di Fassa e i punti panoramici come il Sass Pordoi e la Marmolada. C'è poi il sapore di queste giornate, la dimensione più gustosa del piacere, quella del cibo da assaporare nei tanti rifugi ancora aperti e nei ristoranti di qualità. Quei tavoli di legno accesi dal sole di mezzogiorno dove ogni piatto si gusta al cospetto delle montagne e racconta di sé e di quei luoghi. Il cielo regala colore e calore, le montagne sembrano annusare compiaciute le pietanze fumanti preparate dai cuochi locali.

Quest’anno la Val di Fassa propone l’iniziativa «I Rifugi del Gusto» dal 19 settembre al 2 ottobre. Ben 11 rifugi alpini aspetteranno i camminatori per offrire ospitalità e qualità nel cuore delle Dolomiti, dal 2009, Patrimonio Naturale Unesco. Verranno proposti alcuni piatti della migliore tradizione culinaria trentina studiati da esperti nutrizionisti e preparati dai cuochi dei rifugi di valle aderenti all’iniziativa. Sarà allora, davanti ad un piatto di canederli ai funghi arricchiti dal burro di malga fuso, che avrete la certezza: valeva davvero la pena salire quassù in autunno.

( Fonte: www.gazzettadiparma.it)

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