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CLUB ANDARE IN GIRO

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" Nelly Wenger reinventa l’isola Seguin" di Mathieu van Berchem

Pubblicato da oleg su 15 Luglio 2012, 07:36am

Tags: #Exhibitions and Events

http://www.swissinfo.ch/media/cms/images/afp/2012/07/000_par2671851-33072098.jpgL’ex direttrice generale di Expo.02 è confrontata a una nuova sfida: sviluppare un polo artistico di fama mondiale su un’isola della regione parigina, che per sessant’anni ha ospitato la fabbrica Renault.

«Isola Seguin, rive della Senna, qui sorgerà un nuovo quartiere», si legge su un cartellone all’uscita della stazione della metropolitana Pont de Sèvres. Sull’isola, situata in un’ansa della Senna ad ovest di Parigi, il «nuovo quartiere» si riassume per ora a 11,5 ettari di terreno vago.
 
Sabato 7 luglio, giornata delle porte aperte sul tratto a monte dell’isola. Due svizzeri, nuovi ‘sovrani’ dei luoghi, ricevono i visitatori sotto le trombe d’acqua. Proprietario di Natural Le Coultre, un’azienda svizzera specializzata nella logistica delle opere d’arte, Yves Bouvier ha acquistato 30'000 metri quadrati dell’isola nel dicembre 2011, per costruirvi un «polo delle arti plastiche e visive». Ha affidato il progetto, battezzato R4, come la famosa auto della Renault, a Nelly Wenger, l’ex responsabile di Expo.02.
 
«Questo progetto ha qualche similitudine con Expo.02, constata Nelly Wenger. Vi è l’elemento acqua, naturalmente, ma anche l’imperativo di rendere accessibile a un grande pubblico un lavoro artistico d’avanguardia». Sabato il pubblico parigino ha potuto scoprire quello a cui dovrebbe somigliare l’R4 nel 2015 o 2016.

Tra terra e cemento

Gli inizi sono modesti. I futuri edifici – giganteschi – che ospiteranno gallerie, spazi espositivi, atelier di creazione, non sono ancora spuntati da terra. Le domande per i permessi di costruzione saranno presentate alla fine dell’anno. Il duo elvetico non vuole però aspettare: R4 inizia sull’erba, tra i sassi e il cemento.
 
Tre artisti presentano le loro opere. Lo statunitense Oscar Tuazon propone una variazione sul tema della capanna. Lo svizzero Nicolas Party espone invece delle pietre trasformate in frutti esotici e il suo compatriota Reto Pulfer un’immensa vela che svolazza al vento. Apparentemente i tre artisti avevano in mente più l’immaginario isolano che il passato industriale dell’isola.
 
Un passato al quale ci si potrebbe facilmente ispirare, talmente è ricco. Per 60 anni, dal 1929 al 1989, l’isola è stata una fabbrica. È qui che Renault ha prodotto i suoi autoveicoli. Ed è qui che la società, vera e propria fierezza nazionale, aveva la sua sede. Al suo apogeo, sull’isola e negli stabilimenti di Billancourt, proprio in faccia, lavoravano 30'000 operai. Alla fine degli anni ’60 dalla fabbrica uscivano ogni giorno 1'100 automobili. La storia è finita nel 1992, quando Renault ha chiuso definitivamente i centri di produzione dell’isola di Seguin e di Billancourt. Gli edifici sono poi stati completamente demoliti tra il 2004 e il 2005.

Un sogno d’architetti

«Gli architetti del mondo intero hanno sognato di costruire sull’Isola Seguin, sottolinea Nelly Wenger. Immaginatevi un po’: un’area industriale dismessa al centro di una capitale… Quest’isola ha suscitato molte fantasmagorie ed è anche un po’ maledetta, poiché la maggior parte dei progetti sono finora rimasti lettera morta. Voglio lavorare con tutto questo humus che si è depositato col passare del tempo».
 
Negli anni 1990-2000, la riabilitazione del sito interessa Renzo Piano, Paul Chemetov, Bernard Tschumi e altri grandi nomi dell’architettura. Il miliardario François Pinault sogna di creare qui la sua fondazione di arte contemporanea, optando poi finalmente per Venezia. La municipalità di Boulogne conferisce alla fine l’incarico a Jean Nouvel. Nouvel e Wenger si conoscono perfettamente, avendo collaborato all’Expo.02.
 
Il progetto di Jean Nouvel per l’isola Seguin è molto ambizioso: una parte centrale residenziale e lavorativa, con dei grattacieli che ospiteranno uffici, un polo musicale sul tratto a valle e l’R4 sulla parte a monte. «L’edificio progettato da Nouvel per l’R4 sarà funzionale come un padiglione di Renault, ma sarà al servizio del contenuto artistico», si rallegra Nelly Wenger.
 
«Nel sottosuolo saranno immagazzinate le opere d’arte, precisa Yves Bouvier. Al pianterreno vi saranno gli spazi espositivi, le gallerie e le sale di vendita. Sul tetto vi sarà un giardino sospeso». Le opere monumentali saranno trasportate via lacuale, un sistema «economico ed ecologico», osserva Bouvier.
 
Per finanziare il sito, l’impresario scommette sull’affitto degli spazi. La costruzione dell’R4 costerà tra 75 e 100 milioni di euro. Il finanziamento è interamente privato e il duo elvetico sta cercando dei partner per le prossime tappe del progetto.

Opposizione dei vicini

Per chi ha conosciuto l’isola-fabbrica costruita da Louis Renault, lo choc è grande quando ci si trova di fronte questi spazi vuoti. Dei vecchi atelier non resta più nulla, neppure un piccolo hangar. «E invece sì, esclama un abitante di Boulogne. Il sottosuolo è una specie di cattedrale sommersa». Nelle viscere di quest’isola, infatti, Renault ha costruito negli anni ’50 una pista di collaudo per le sue auto nuove. Ricoperta di pavé, naturalmente, per meglio simulare le strade di Parigi.
 
Delle associazioni di abitanti sono particolarmente ostili al progetto di Jean Nouvel, che inizialmente prevedeva cinque (piccoli) grattacieli. «Gli oppositori più ostinati sono i borghesi che abitano sulla vicina collina di Meudon e che temono di vedersi ostruita la vista», spiega il politico centrista Sylvain Canet. «Battersi contro la densità va bene. Ma bisogna difendere il progetto culturale R4. Sennò gli investitori partiranno, come Pinault nel 2005».
 
Intanto R4 ha già in programma un altro appuntamento: la celebre Fiera internazionale dell’arte contemporanea (FIAC), che presenterà diverse opere sull’isola Seguin.

 

Mathieu van Berchem, Parigi, www.swissinfo.ch
(traduzione di Daniele Mariani)

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