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CLUB ANDARE IN GIRO

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" Umbria, si fa presto a dire Natale" di Giulia Stok

Pubblicato da oleg su 2 Dicembre 2012, 11:06am

Tags: #I Nostri Speciali

http://viaggi.lastampa.it/fnts/viaggi-lastampa/immagini/resized/g/u/gubbio_301459_407x229.jpgSi dice che il futuro sia delle città verticali. Senza grattacieli, ma grattacielo essa stessa, Gubbio è già pronta da diversi secoli: al piano terra il teatro romano e la bianca chiesa di San Francesco; al piano nobile l'imponenza elegante del Palazzo dei Consoli, con le sue arcate alte sei metri; nell'attico la cattedrale trecentesca, stretta stretta al Palazzo Ducale voluto da Federico di Montefeltro. Il dislivello è notevole, ma la processione di insegne antiche lo fa quasi dimenticare: ceramisti, forgiatori, liutai, restauratori, norcinerie danno conto di un'anima cittadina che ha saputo tramandare i suoi antichi saperi.

Gubbio nel 1339 vantava già uno Statuto comunale da far invidia alla Rivoluzione Francese: tutti gli abitanti erano considerati liberi e uguali, gli amministratori dovevano seguire rigide regole di responsabilità, nessuna casa poteva superare i sette metri e mezzo di altezza. Saggi eugubini, dunque, benché la tradizione popolare tramandi altro: questa è l'unica città al mondo dove si può prendere la patente da matto, facendosi battezzare con l'acqua della fontana del Bargello e girandole intorno di corsa per tre volte. Gli aspiranti la raggiungono da Piazza Grande, superficie infinita di mattoncini a spina di pesce aperta su un mare di coppi e campagna. L'unica mole che può far concorrenza al Palazzo dei Consoli è il monte Ingino, che ospita la basilica di Sant'Ubaldo e che sovrasta la città. E che ben presto – dal 5 dicembre - l'illuminerà con un enorme albero di Natale di fari policromi, dal 1991 nel Guinness dei Primati. D'altra parte, siamo nella regione che ha visto nascere il primo presepe della storia, e le celebrazioni natalizie qui sono particolarmente sentite.

Non solo Natale, però, in questi ultimi scampoli di inverno umbro: qualche chilometro e diverse curve più a Sud di Gubbio, a Spello, dal 7 al 9 dicembre si svolge la festa dell'olivo e sagra della bruschetta, degna celebrazione del ricco e corposo olio di queste terre, tanto saporito da poter reggere anche l'accostamento con un'altra eccellenza regionale, il tartufo nero. I vicoli della cittadina, tortuosi e ripidi, si spezzano in mille prospettive tra archi e gallerie che sbucano su bei panorami del monte Subasio. È in questo labirinto di pietra rosa che domenica 9 dicembre si svolge la suggestiva sfilata della Benfinita: gli antichi carri agricoli allestiti con ulivi, salumi, formaggi e frutta salgono dalla campagna al centro storico fra musiche e canti popolari, celebrando l'inizio della pausa invernale. Fra così tanta suggestione, non può mancare una visita alla collegiata di Santa Maria Maggiore, che conserva nella cappella Baglioni un bellissimo ciclo di affreschi del Pinturicchio.

Chissà se ai suoi tempi erano già note tra i contadini umbri le lenticchie di Castelluccio: piccolissime e incredibilmente tenere, devono la loro particolare consistenza al terreno montano e al rispetto del principio di rotazione delle colture. Siamo vicini a Norcia, città famosa per motivi che oscillano bizzarramente tra sacro e profano: tra la bella basilica di San Benedetto, che nacque qui, e il sapido prosciutto crudo di montagna che, stagionato due anni, veniva offerto agli ospiti per festeggiare la nascita del primo figlio maschio; tra il ricco Museo Civico Diocesano, con l'Annunciazione di Luca della Robbia, e il delizioso tartufo nero, che matura in queste zone tra novembre e marzo. In altre zone dell'Umbria crescono altri due tipi di tartufi, lo scorzone estivo e il profumatissimo bianco, il più raro e caro, ma quasi tutti vengono lavorati e messi sul mercato in questa zona. Di antichissima origine ma purtroppo rasa al suolo più volte da diversi terremoti, Norcia riunisce monumenti e golosità in poche centinaia di metri intorno alla semplice ma suggestiva piazza San Benedetto. Proprio di fianco alla basilica si staglia la loggia dei mercanti, con il portico dove i mercanti misuravano i cereali. Se venite in città intorno al 6 gennaio, potete gustarvi un piatto di strangozzi con ricotta salata affacciati sulla piazza, e insieme le pasquarelle, ovvero i canti in dialetto nursino accompagnati da organetti, tamburelli e triangoli che annunciano al mondo la nascita del Messia.

Per chi cerca la calma anche a Capodanno, invece, a pochi chilometri da Norcia si estende il Parco dei Monti Sibillini, 70 mila ettari di natura intatta che arrivano a 2400 metri di quota. Grazie al recupero portentoso della zona avvenuto negli ultimi decenni, nel comprensorio si possono avvistare lupi e aquile reali facendo sci di fondo, fare passeggiate con le ciaspole e discesa a Forca Canapine. Addirittura trasformarsi in Inuit per una notte, costruendo con le proprie mani l'igloo in cui dormirà all'altopiano di Castelluccio.
"A Gubbio si può prendere la patente da matto facendosi battezzare con l'acqua della fontana del Bargello"
Fonte: www.lastampa.it

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