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CLUB ANDARE IN GIRO

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18 NOVEMBRE 2023, IL CARPENTIERE DELLA NATURA: SULLE TRACCE DI GIULIANO MAURI AL CASTELLO DI PADERNELLO

Pubblicato da Angelo Marcotti su 1 Novembre 2023, 08:00am

Tags: #Le nostre gite

Il Ponte di San Vigilio

A Padernello, nel Bresciano, mi hanno dato il compito di far riemergere una strada romana, una centuria, che nell’antichità aveva collegato il castello al paese. La strada era stata fagocitata e sepolta da un bosco grandioso: recuperarla cancellando ciò che aveva seminato il tempo sarebbe stato un delitto. Così abbiamo scelto di costruire una passerella sopraelevata in corrispondenza del tracciato dell’antica centuria, lasciando il bosco intatto. Questo è il mio concetto di attenzione storica.
[Giuliano Mauri – Artista di Arte in Natura]

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Il Ponte di San Vigilio, opera d’arte naturale in rami di castagno di Giuliano Mauri, nel bosco del borgo di Padernello attraversa un affluente della roggia Savarona nelle vicinanze del monastero di San Vigilio e collega la strada vicinale di Borgo San Giacomo con Padernello. Questa installazione, costruita tra il 2007 e il 2008, ha permesso di riaprire il limes romano della centuriazione augustea, che portava da San Paolo a Quinzano.

Giuliano Mauri arriva a Padernello grazie al fecondo incontro con Giacomo Andrico, regista e scenografo nativo di Motella ( frazione di Borgo San Giacomo) a Macerata, nelle Marche.

Per chi crede alle coincidenze non si stupirà di sapere che il luogo designato per il ponte-scultura, nelle antiche pergamene è nominato proprio “ Macerata”. Si ipotizza che il nome derivi da maceriae, muro o muraglia, e anche da macera, la fossa dove si ponevano lino e canapa a macerare. Molte sono le stratificazioni e le presenze lungo quella via e nei pressi del ponte.

Nel 1127, Macerata è abitata da un gruppo di donne che facevano vita comune, dopo 20 anni vennero inquadrate nella regola benedettina, nel monastero dedicato a San Vigilio. Sul limes sorgeva un luogo sacro agli dei Mani, a cui due ex-schiave, Nymphe e Trophime, nel II d. C. dedicarono un cippo a Marco Numerio, il padrone che le aveva rese liberte.

Prima che l’originaria passerella crollasse, gli abitanti del piccolo borgo hanno attraversato al roggia in processione, prima dell’Ascensione, declamando suppliche e litanie per proteggere i raccolti e la comunità dalle comunità naturali.

Il Ponte San Vigilio raccoglie e accoglie tutto ciò che è stato e si colloca in costante colloquio con il tempo e la natura, in continua tensione tra il ritornare alla natura e il restauro dell’opera stessa.

Come attivare al Ponte

Arrivando da Via Palazzina, una stradina stretta e lunga con delle piazzole di scambio, si giunge a Padernello, frazione di Borgo San Giacomo ( BS); appena entrati nel borgo, sulla sinistra, vi è un primo grande parcheggio.

Uscendo a piedi, svoltate a sinistra e proseguite diritto ( Via Palazzina); arriverete così ad un ristorante chiamato “ Osteria Aquila Rossa”.

Andate avanti mantenendo sempre la stessa direzione ( diritto, verso sud) e camminate per un paio di minuti. In fondo alla stradina, troverete un boschetto ad accogliervi: percorrete il sentiero e incontrerete i due ponti, leggermente distanti l’uno dall’altro.

Il Ponte San Vigilio dista circa 5 minuti a piedi dal suddetto parcheggio ed è possibile recarvisi solo a piedi o in bicicletta ( no automobile, no motocicletta, etc.).

Giuliano Mauri

Sono carpentiere. Costruisco scale, mulini, case, ponti, giostre, cattedrali, fiumi, isole, boschi, cieli.” [ Giuliano Mauri – Artista di Arte in Natura]

L’artista Giuliano Mauri nasce a Lodi Vecchio nel 1938. Ragazzo, si guadagna l’ingresso gratis nella sala cinematografica di proprietà dello zio eseguendo per lui i tabelloni pubblicitari. Realizza incagli, emblemi, segni dentro alla natura: sull’Adda, sopra campi aperti o zone boscate. Realizza pretesti, tessuti sottili, specchi dell’anima usando rami, bastoni, fango, materia raccolta sui greti, per terra, nell’acqua. Lavora nelle città, sulle piazze, nei parchi di tutto il mondo, tra le mura crepate di chiese abbandonate.

Giuliano Mauri è esponente del movimento “ Art in Nature” che, per la sua capacità di entrare in relazione con la natura, è stato soprannominato “ Il Tessitore del Bosco”.

La sua poetica si fonda sul dialogo profondo esistente tra l’essere umano e la natura, cercando di lasciare segni minimi, essenziali, lievi, nella prospettiva di una continuità e di un reciproco completamento tra arte e natura.

La fragilità delle sue opere costringe ad una riflessione sul concetto di trasformazione perenne cui sono sottoposti gli elementi naturali, considerando la caducità un elemento costitutivo di ogni essere vivente che abita il mondo nel suo costante divenire.

Il progetto ha come fuoco tre luoghi significativi per l’arte di Giuliano Mauri: Lodi, Padernello ( Brescia) e Oltre il Colle ( Bergamo)Lodi è la città natale dell’artista; Padernello (Brescia), dove, nei pressi del Castello si trova il Ponte San Vigilio, ultima opera realizzata dall’artista nel 2008. Il Castello ospita, inoltre, altre sue opere. Infine Oltre il Colle ( Bergamo) dove, ai piedi del Monte, nel Parco delle Orobie Bergamasche, è rimasta l’anima della Cattedrale Vegetale, costruita postuma nel 2010, e che nel 2018 – a seguito di un temporale e un forte vento – ha subito una trasformazione che ha messo in luce sia l’intreccio tra fragilità e potenza della sua opera che non si distrugge, ma si trasforma, che la nostra difficoltà ad accettare profondamente e pensare in modo altro la caducità.

Giuliano Mauri ci ha lasciato nel 2009.

Arte in Natura

Art in Nature”, ossia “ Arte in Natura” è un movimento artistico europeo nato nei primi anni Settanta.

Il termine e la definizione sono stati coniati, negli anni Ottanta, dai critici d’arte Vittorio Fagone ed Elmar Zorn per definire una precisa tendenza artistica, così descritta: “ In tutta Europa, negli Stati Uniti e in Canada, in Giappone e in Australia, da oltre dieci anni alcuni artisti innovativi, non vincolati da anacronistici proclami o da esasperate strategie di promozione, hanno scelto, quasi sempre in misura esclusiva e con procedure per ognuno diverse, di realizzare la loro opera in spazi aperti della campagna o delle remote periferie metropolitane utilizzando solo materiali dello stesso ambiente, senza fare ricorso a tecniche, sostanze e colorazioni che nei confronti dell’habitat circostante possano risultare in qualunque modo disomogenee o invasive. Le opere realizzate da questi artisti (…) si caratterizzano (…) per una diversa disposizione rispetto al tempo, che non è più quello rettilineo e senza decrementi, convenzionale della storia dell’arte, bensì quello, vitalmente deperibile, delle stagioni e delle mutazioni naturaliˮ.

L’intento è la creazione di opere all’aperto che dialoghino con la natura e che rispettino l’ambiente; l’artista interviene in modo responsabile utilizzando materiali deperibili non estranei all’identità del luogo e metodi di lavorazione radicati nella cultura del posto, in modo che l’opera, nel tempo, ritorni alla natura; per tutto ciò, il movimento “Arte in Natura” non può essere associato alla “ Land Art” che si discosta notevolmente, oltre che per l’utilizzo di materiali sintetici ed artificiali, per la tipologia di interventi spesso volti a modificare il paesaggio anche sostanzialmente.

Molta attenzione viene rivolta al rispetto delle peculiarità del paesaggio, alla riscoperta dei legami con la storia e le tradizioni di coloro che lo abitano; al contempo, l’artista entra talmente in sintonia con la natura da non lasciarvi quasi traccia: le azioni apportate, infatti, sono gesti delicati privi di espedienti tecnici e portano ad un’interazione con la natura del luogo che ne amplia le pure e semplici potenzialità.

 

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