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CLUB ANDARE IN GIRO

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Vasari, gli Uffizi e il Duca

Pubblicato da oleg su 1 Agosto 2011, 14:38pm

Tags: #Exhibitions and Events

http://www.italica.rai.it/immagini/arte/vasari_uffizi_duca/bronzino_cosimo_i.jpgQuando nel 1550 usciva la prima edizione delle sue Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri, l’aretino Giorgio Vasari (1511 – 1574) era soltanto un artista di talento, come molti altri della sua epoca, ma curioso e intraprendente come pochi. Non ancora quarantenne, con raro intuito politico dedicava le sue historie di artisti al signore di Firenze, il duca Cosimo I, allora intento ad affermare il senso di legittimità e continuità del suo principato. Un formidabile pragmatismo, e forse anche il consiglio del Buonarroti di studiare "le cose di architettura", gli suggeriva invece di iniziare il suo trattato proprio con l’architettura, "la più universale [delle arti]e più necessaria ed utile agli uomini, ed al servizio e ornamento della quale sono l’altre due [pittura e scultura]". Neanche un lustro dopo, nel 1554, queste intuizioni dell’artista aretino si sarebbero concretizzate e saldate nella chiamata a corte da parte di Cosimo I con l’incarico di ristrutturare Palazzo Vecchio, trasformandolo nella residenza del duca. Il legame tra Vasari e il clan mediceo era antico: già negli anni Venti del Cinquecento, Vasari era stato compagno di gioco e di studi di Ippolito, futuro cardinale, e di Alessandro, duca in pectore. Durante l’esilio dei Medici l’artista aveva viaggiato molto spostandosi tra Firenze, Arezzo, Venezia e Roma. Aveva molto guardato e studiato, aveva acquisito una certa esperienza e "prestezza" come pittore, ma non aveva mai fatto l'architetto, finché non lo spinse il duca Alessandro, con opere minori. Agli inizi del Cinquecento, a Roma Vasari era stato coinvolto in uno dei progetti più importanti dell’epoca, la realizzazione di Villa Giulia per Giulio III, opera del Vignola e dell’Ammannati ma è Cosimo a intuire e valorizzare le sue straordinarie capacità di architetto affidandogli dapprima Palazzo Vecchio, e nel 1559 l’invenzione degli Uffizi. Tutta la versatilità e l’ingegno del Vasari si mettono allora al servizio del programma politico e della volontà di autorappresentazione del suo committente. Il duca Cosimo vuole accorpare le tredici Magistrature (dette uffizi) che regolano l’amministrazione dello Stato e avere questa struttura esecutiva a portata di mano, a due passi da casa (Palazzo Vecchio), ma soprattutto esige che questa sua volontà prenda forma in un monumento che impressioni al mondo. A questa volontà accentratrice di controllo e di esaltazione di Cosimo I, Vasari risponde con un progetto che sconvolge il cuore della città. Nello spazio del lungarno dietro piazza della Signoria, il popoloso quartiere del porto fluviale viene abbattuto per fare spazio a una costruzione a ferro di cavallo che si affaccia sui due lati di una strada oblunga e porticata, imponente come una piazza. Costruito in pietra di fossato, il nuovo edificio degli Uffizi echeggia l’architettura romana antica con elementi contemporanei da Roma e da Venezia: è il duca stesso che sceglie l’ordine dorico per i due portici voltati che fiancheggiano la grande strada interna che dà sull’Arno. È un frammento di città nuova, che salda in un unico organismo le due residenze ducali di Palazzo Vecchio (sede del governo) e di Palazzo Pitti, al di là dell'Arno, imprimendo sulla città la presenza fisica del Potere, sotto forma di architettura. Una vera rivoluzione e insieme una grande impresa d’ingegneria, definita dallo stesso Vasari l’opera più ardua mai murata, per essere contro il fiume e praticamente "voltata in aria".

La storia della Galleria degli Uffizi, forse il più importante, certo il più noto, progetto architettonico di Giorgio Vasari, è al centro di una spettacolare mostra allestita nel celeberrimo museo fiorentino che celebra il quinto centenario della nascita del poliedrico maestro aretino. Scandita in quindici sezioni, la rassegna traccia il ritratto di una Firenze colta nel suo Rinascimento maturo, incarnato nella figura di Cosimo de’ Medici.

In apertura i due protagonisti: un solenne Vasari insignito dello Spron d’Oro e di San Pietro, con penna e la pianta di una fabbrica, a ricordare i suoi ruoli di scrittore e architetto, dipinto da un anonimo della cerchia vasariana, e il busto bronzeo di Cosimo I, realizzato da Benvenuto Cellini. Tra i due, un spettacolare arazzo secentesco di seta multicolore raffigura Giorgio Vasari in ginocchio di fronte al duca mentre gli offre il progetto per l’ampliamento di Palazzo Vecchio e per la nuova fabbrica degli Uffizi. Il percorso prosegue con un’antologia di capolavori degli artisti attivi alla corte medicea: oltre a Cellini, il Pontormo, il Bronzino, il Tribolo, il Bandinelli, il Bachiacca, Battista del Tasso, l' Ammannati, il Salviati sono in molti a contendersi il favore del Duca, ed è quasi sempre il Vasari a decidere acquisti e commissione di affreschi, sculture, quadri, fontane che fanno di Firenze una capitale europea. La terribile grandezza del genio di Michelangelo che allora incombeva sull’arte italiana, viene evocata attraverso i calchi di capolavori come le Tombe Medicee, modello per generazioni di artisti. La rassegna dà anche spazio all’amore vasariano per l’archeologia attraverso le piccole antichità (in prevalenza marmi e gessi) che l’artista riunì nella sua casa aretina. Si arriva così al cuore dell’esposizione: la costruzione degli Uffizi. Attraverso disegni, plastici, proiezioni, rendering, ma anche esempi di materiali da costruzione, modelli di pareti, finestre, logge e persino le vere porte lignee delle Magistrature che Cosimo prelevò dalle sedi originali, la mostra racconta, con ricchezza e precisione, le tappe dell'ideazione e della realizzazione del complesso sui resti del vecchio tessuto medievale, con un cantiere che sarà il più importante dell’epoca. Sala dopo sala, si scoprono i modelli formali e tipologici che ispirarono Vasari, si ammirano gli stratagemmi costruttivi sottesi al lungo loggiato fino a comprenderne le ragioni, gli equilibri classici, la grandiosità. Esposti inoltre i disegni per le decorazioni in Palazzo Vecchio; la pala della villa di Poggio a Caiano, una "Deposizione" dalla Croce fra i Santi Cosma e Damiano appena restaurata; le due edizioni originali delle Vite (1550 e 1568), le lettere e gli autografi dei sonetti che insieme alla sua produzione artistica completano lo straordinario ritratto di questo artista-cortigiano, sovente ricordato "solo" per aver inventato la storia dell’arte. ( Fonte: http://www.italica.rai.it)

Informazioni

Firenze, Galleria degli Uffizi

dal 14 giugno al 30 ottobre 2011

Orari:martedì – domenica ore 8.15 - 18.50

Chiuso il lunedì

Aperture serali

Il martedì dal 5 luglio al 27 settembre la Galleria degli Uffizi e la mostra saranno aperte al pubblico anche dalle ore 19.00 alle ore 22.00, con possibilità di prenotazione d'ingresso

Biglietti: dalle 8.15 alle 16.00 intero euro 11.00; ridotto euro 5.50

dalle ore 16.00 alle 18.50 intero euro 10.00; ridotto euro 5.00

Informazioni: tel. 055.290383

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