Tra maestosi quadri, manifesti e raffinati abiti femminili, la Belle Époque rivive negli spazi di Palazzo Martinengo a Brescia grazie alla mostra "La Belle Époque. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis". Con oltre 80 opere, molte delle quali provenienti da collezioni private normalmente inaccessibili al pubblico, e prestiti da prestigiose istituzioni museali, l'esposizione è organizzata in nove sezioni che raccontano i quarant’anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando Parigi era il fulcro dell'arte e dell'eleganza, meta ambita da artisti e giovani alla ricerca di avventure.
Curata da Francesca Dini e Davide Dotti, la mostra sarà visitabile dal 25 gennaio al 15 giugno 2025. Essa illustra come la Belle Époque sia stato un periodo segnato da una fede incrollabile nel progresso tecnologico, nella rivoluzione industriale e nelle scoperte scientifiche. Questo ottimismo pervasivo, restituito pienamente dalle opere del tempo, rappresenta forse un unicum nella storia.
La Belle Époque a Brescia tra mondanità e leggerezza
La Belle Époque rivive negli spazi di Palazzo Martinengo a Brescia con una mostra che celebra la leggerezza, la mondanità, la bellezza e il lusso, rappresentati con colori brillanti di ultima generazione. Questi elementi erano alla base delle opere degli artisti dell'epoca, apprezzati non solo dagli aristocratici ma anche da una crescente committenza alto-borghese. Artisti italiani come Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, attirati dalle Esposizioni Universali, hanno saputo cogliere appieno lo spirito parigino e affascinare i collezionisti più raffinati con la loro prospettiva da flâneur.
Gli italiani a Parigi, forse ispirati dal fervore della capitale francese, dalla vibrante vita notturna e dal fascino delle donne dalla femminilità ammaliante e sfrontata, restituirono attraverso le loro opere la vivacità delle piazze gremite, l'eleganza maestosa dei boulevard e la monumentalità funzionale della Parigi haussmanniana. In questo contesto, i ceti sociali iniziavano a mescolarsi, offrendo maggiori possibilità a tutti, almeno in teoria.
Questi pittori, ciascuno con il proprio stile, si concentrarono su temi e soggetti diversi, prestando attenzione anche alle innovazioni compositive introdotte dalla fotografia. Rappresentarono la fugacità del momento con intimità ammiccante, catturando il fruscio di un vestito, la morbidezza di uno sguardo e il passeggio sotto la pioggia, esaltando la modernità e la bellezza come nuovi elementi costitutivi della vita quotidiana.
Una mostra che esprime lo spirito del tempo
A Palazzo Martinengo di Brescia, grazie al lavoro accurato dei curatori, si può respirare lo spirito della Belle Époque, un'epoca di benessere e celebrazione della vita. Questo intervallo dorato precede le difficoltà del XX secolo, segnato dalle due guerre mondiali. I contemporanei erano ben consapevoli di vivere un periodo di "sfarzo e frivolezza". Ad esempio, il critico Jules Claretie, nel suo libro "La Vie à Paris", descriveva la Parigi della Belle Époque come il " Centro del mondo", aggiungendo che " … la Belle Époque c’était l’époque des rêves éveillés, de la foi en l’avenir et de l’amour de la beauté sous toutes ses formes" ovvero " … era l'epoca dei sogni a occhi aperti, della fede nel futuro e dell'amore per la bellezza in tutte le sue forme".