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Qui, tra torri, saloni affrescati e sotterranei bui, aleggerebbe ancora lo spirito di Bianca Maria Aloisia Malaspina, la giovane marchesa murata viva per amore.
Bianca Maria era la figlia di Giacomo II Malaspina, marchese di Fosdinovo. Diversa dalle sorelle, la leggenda la descrive come una giovane albina, fragile e pura. Ma il suo destino si intrecciò a quello di un amore proibito: si innamorò perdutamente di uno stalliere del castello.
Per il padre, un nobile di lignaggio antico, questo amore rappresentava un disonore insopportabile. Dopo vane pressioni e tentativi di spegnere quella passione, Giacomo prese una decisione crudele: ordinò che la figlia fosse murata viva in una stanza segreta del castello.
E con lei, come beffardo simbolo, due animali: un cane (fedeltà) e un cinghiale (ribellione).
Si racconta che nelle notti di luna piena, il fantasma di Bianca Maria vaghi inquieto tra le mura del castello, accompagnata dalle sagome del cane e del cinghiale.
Alcuni visitatori giurano di aver percepito un freddo improvviso, altri di aver sentito passi o lamenti soffocati provenire da stanze chiuse.
Un dettaglio inquietante alimenta il mito: nel corso di restauri, sarebbero stati rinvenuti resti ossei femminili insieme a ossa di animali, nascosti in una stanza segreta. Realtà o suggestione? Difficile dirlo, ma la coincidenza rafforza la leggenda.
E nella Sala del Trono, lo sguardo si posa inevitabilmente su un segno scuro sul soffitto: una macchia che sembra disegnare la figura di Bianca accanto al padre e agli animali. Un enigma lasciato lì dal tempo… o da qualcos’altro.
Il destino di Bianca Maria è stato interpretato in molti modi:
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come punizione per un amore impossibile,
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come simbolo della lotta tra dovere e desiderio,
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o come metafora della condizione femminile nel Medioevo, soffocata da convenzioni sociali e matrimoni imposti.
Il suo fantasma diventa così una voce eterna che grida giustizia, trasformando una tragedia personale in un monito universale.
Oggi il Castello Malaspina è aperto al pubblico e propone visite guidate che intrecciano storia e leggenda. Entrare nella stanza che si dice ospitasse Bianca, osservare la macchia del soffitto, scendere nei sotterranei: ogni passo sembra un contatto con un passato che non smette di farsi sentire.
Non è un caso che il castello sia tra i più amati dagli appassionati di misteri e turismo “dark”. Perché, davanti al silenzio di quelle stanze, la domanda nasce spontanea: Bianca Maria riposa davvero in pace?
“Nelle pietre di Fosdinovo non vive solo la storia dei marchesi, ma il sussurro di una ragazza che ha osato amare.
E finché qualcuno la ricorderà, il fantasma di Bianca Maria Aloisia non sarà prigioniero… ma custode silenzioso del suo segreto.”
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