Davanti a Roscoff, nel Finistère, l’isola di Batz è come un giardino incantato poggiato sull’acqua. Dune, paludi, spiagge di sabbia e di sassi, giardini esotici e campi coltivati: un mosaico affascinante ed autentico.
Batz: tutte le ragioni per amare l’isola più autentica.
Un’isola rilassante
Come un giardino coloniale ed esotico poggiato su acque di color turchese, Batz, particolamente calma e riposante, offre la possibilità di fare un soggiorno ideale. Le dune ed i sentieri sabbiosi, la costa, così dolce e così selvaggia e le spiagge di sabbia bianca, si scoprono man mano che si gira l’isola.
A dieci minuti dal continente
Situata davanti a Roscoff, l’îsola di Batz è raggiungibile in soli 15 minuti di barca. Si tratta di una traversata proprio tranquilla, tutto il contrario di quella per l’isola d’Ouessant, che a volte è difficile per il cattivo tempo. In questo caso non c’è da aver paura: in alta stagione, tre compagnie assicurano il servizio. Una volta arrivati all’isola, ci si può concedere una scappata della durata di un giorno per visitare Roscoff e le sue vecchie pietre (sulle tracce di Tristan Corbière, di Alessandro Dumas oppure dei venditori ambulanti di cipolle rosa, i Johnnies…
L’isola della diversità
Questo piccolo gioiello verdeggiante presenta una grande diversità di paesaggi, per una così piccola superficie: ci sono le dune e le spiagge di sabbia bianca, poi le spiagge di ciottoli, le falesie e infine certe zone umide che assomigliano a delle paludi. C’è un giardino esotico (il giardino Georges-Delasselle, vedi più in basso), che da solo meriterebbe il viaggio. Questa è anche un’isola agricola : si possono incrociare cavalli e trattori. D’origine celtica, almeno così si dice, gli appezzamenti agricoli danno in effetti all’isola una sua fisionomia, come un mosaico di campi incastrati l’uno nell’altro. Secondo le stagioni abbiamo cavolfiori, finocchi, insalata, carote e deliziose patate.
Un’isola che ha conservato la sua anima
L’isola di Batz ha conservato la sua anima – un’anima autentica di isola di pescatori e di agricoltori che ci vivono tutto l’anno. Lontano dal fascino e anche dal bling-bling di certe altre isole traformate in residenze secondarie, Batz ha conservaato tutta la sua semplicità, e quindi la sua rusticità. Qui non troverete né società per azioni, né club di tendenza, né pesci pedicure, né villaggi-vacanze, né cinema.
L’îsola dei piaceri semplici
L’isola di Batz è tutta rivolta verso i piaceri semplici che bastano all’anima per tutto l’anno : pesca a piedi o pesca in barca, diporto, escursioni a piedi o in bicicletta in un’atmosfera campagnola e marittima nello stesso tempo. 3,5 km di lunghezza ed 1,5 km di larghezza: si può fare il giro dell’isola (10 km) in quattro ore circa.
L’isola dei centomila fiori e dei diecimila uccelli.
Bene, le cifre sono forse un tantino esagerate, ma bisogna constatare che fiori e piante costituiscono come una seconda pelle per quest’isola dal clima dolcissimo, bagnata dalle acque della Corrente del Golfo.
Ortensie, tamerici, agapi, agave, échium (un lupino gigante), alyssium (che colonizza i muretti a secco con i suoi piccoli fiori bianchi), rose rampicanti, kniphofias… un inventario alla Prévert non basterebbe. Ad ogni passeggiata si ha l’impressione di camminare su una tela impressionista, ma profumata come più non si può.
Tra le specie rare protette abbiamo il granchio marino, che si può incontrare lungo le spiagge di ciottoli e sulle dune mobili nella zona del bagnasciuga, o ancora l’eryngii marittimo, una pianta vivace di color verde-blu dalle foglie coriacee e spinose, e dai fiori blu (è l’emblema del Conservatorio del litorale). Nell’aria s’incrociano tantissimi uccelli che vengono a fermarsi o che vivono sull’isola, come l’airone, il pappo, la rondine di mare, il cormorano, la volpoca, la beccaccia di mare o il gran piviere.
Il giardino Georges-Delaselle
Nel 1900 un assicuratore parigino, esteta misantropo e giardiniere dilettante, innamorato dell’isola, decise di creare un giardino coloniale. Fece eseguire lavori colossali, scavare una gigantesca rientranza nella terra per proteggere dal vento alberi, piante ed arbusti dell’emisfero sud che desiderava far crescere. In questa occasione scoprì alcune tombe del neolitico che ancor oggi ornano il giardino. Egli morì nel 1944, la sua proprietà fu venduta nel 1955, ed il giardino, totalmente abbandonato, nel 1962 – 63 vide la propria fine.
Riacquistato dal Conservaatorio del litorale nel 1997, il giardino però rinacque dalle sue ceneri. Oggi si possono ammirare più di 2.500 specie provenienti dai cinque continenti, due terzi delle quali provenienti da zone con il clima simile a quello del bacino del Mediterraneo nell’emisfero sud: Cile, Africa australe, Australia e Nuova Zelanda. Quanta fantasia nel regno vegetale! Certo, si può passeggiare nel giardino senza altro scopo che di sognare, ma si può anche seguire il suo direttore che organizza le visite guidate: è un meraviglioso viaggio da fermi nelle quattro parti del mondo. ( Fonte: www.viamichelin.it)
Informazioni pratiche
CDT du Finistère
Ufficio del turismo di Roscoff
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