Arrivata in Italia per approfondire gli studi artistici, laureata in pittura presso il Liceo delle Belle Arti di Mosca, è diventata presto ritrattista di livello internazionale, con committenze che spaziano dalle case regnanti all'aristocrazia, da famosi uomini di Stato a cardinali. Una volta Natalia si è fatta notare dal Vaticano.
In un’intervista concessa a La Voce della Russia Natalia ha raccontato del suo incontro con il Papa Giovanni Paolo II.
E’ stata proprio Lei a essere nominata ritrattista ufficiale del Vaticano. Come si spiega questa scelta della Santa Sede?
Certamente non è mancato l’intervento della Divina Provvidenza. Sono arrivata in Italia per allestire una mostra di 3 mesi e Roma ha fatto di tutto per non farmi ripartire. Ho iniziato a lavorare con la nobiltà. In quel tempo il Papa non aveva suo ritratto ufficiale pur essendo già da 22 anni alla guida della Santa Sede. Mi è stato commissionato un ritratto che ho eseguito, il quale ha superato ogni attesa ed è stato approvato come ufficiale.
Sono stata influenzata da Raffaello, Michelangelo, Bernini, i cui capolavori sin dall’infanzia erano per me una fonte d’ispirazione. Loro raggiunsero la fama mondiale eseguendo le opere commissionate dai Papi. Continuare la tradizione di questi grandi maestri è un grande onore e una grande responsabilità. Recentemente a Roma e a Washington è stata allestita una mostra alla quale sono stati esposti ritratti dei pontefici degli ultimi 500 anni: dal Papa Giulio II dipinto da Raffaello, a ritratti di Velázquez, Bernini, e anche un ritratto eseguito da me – quello di Giovanni Paolo II. Sono stata l’unica pittrice vivente, le cui opere sono state esposte alla mostra. Un ritratto dipinto da me si è meritato l’onore di far parte della classifica delle cinque migliori opere artistiche.
Non è stato motivo d'imbarazzo per il Vaticano il fatto che Lei professa la fede ortodossa?
Assolutamente no. La fede in Cristo unisce tutti noi. E noi, in realtà, abbiamo meno diversità rispetto a ciò che può sembrare. Mi sento molto utile. Qui sono molto apprezzata e la mia attività artistica viene trattata con rispetto.
Come si è svolto il lavoro sui ritratti di Giovanni Paolo II? Il Pontefice è un modello in posa singolare che si distingue dagli altri?
Quando ho avuto una proposta ufficiale di eseguire un ritratto di Giovanni Paolo II ho avuto paura: quel mondo per me era ancora tutto da scoprire. Mi sono messa a studiare le opere del Papa, la sua vita, fare abbozzi durante le sue udienze per comprendere quest’uomo. Infine ho capito come bisognava dipingere il Papa: sta in piedi, come se si stesse piegando sotto il peso delle sofferenze del popolo, poggiandosi sulla ferula, e guarda lontano con amore e speranza. Nel dipinto vi è un piccolo segreto. Quando il Papa l’ha visto per la prima volta è trasalito. Nella ferula si riflette la Madre di Dio con il Bambino.In realtà è il terzo segreto di Fatima. All’inizio del Novecento apparve la Madre di Dio e rivelò 3 segreti ai bambini. Il terzo segreto di Fatima sta nel fatto che un uomo vestito di bianco, cioè il Santo Padre, cade. Giovanni Paolo II vi ha intravisto l’attentato compiuto contro di lui nel passato.
Natalia ha dipinto per il Papa tre ritratti ad olio. Il primo, in occasione di compimento di 80 anni del pontefice, che ora è esposto nei Musei Vaticani. Il secondo ritratto è stato commissionato dal Centro Culturale John Paul II di Washington, mentre il terzo è stato donato dal cardinale Stanislaw Dziwvisz alla basilica Santa Maria del Popolo di Roma, di cui è titolare.
Come ha reagito il Pontefice al primo frutto della vostra opera “congiunta”?
Ho avuto l’onore di presentare questo ritratto nel corso di un’udienza privata del Papa, al quale il ritratto è piaciuto molto, tant'è che mi ha detto in russo: “Tu sei russa? Evviva l’arte russa! Continua su questa strada!
Lei ha avuto anche la fortuna di lavorare con il Papa Benedetto XVI, che ha sbalordito il mondo intero con il suo inatteso annuncio. Personalmente si aspettava dal Santo Padre una decisione così clamorosa?
Non me l’aspettavo, sono stata scossa. Alcune persone non ci hanno creduto; mentre io ho creduto e non mi sono nemmeno stupita per l’accaduto. Probabilmente io, essendo una persona ipersensibile, lo presentivo perché l’atmosfera era molto tesa. Sono stata felice di lavorare con Benedetto XVI e voglio dire che è una personalità molto forte, profondamente spirituale, e di grande fede e responsabilità. Penso che sia stata proprio questa responsabilità a spingere il Papa a compiere questo passo senza precedenti, ad eccezione dei tre casi, che non hanno alcun legame con il presente.
Lei è stata la prima donna che si è accinta a dipingere la propria versione del “Cenacolo”. Perché in Italia questo Suo quadro è stato nominato “Cenacolo del Terzo Millennio”?
Il nome del Terzo Millennio è dovuto a una composizione inusuale di questo quadro. E’ come se io avessi girato dall’altra parte il “Cenacolo” e Cristo si gira e guarda verso di noi. Penso che nel nostro Millennio Cristo non possa più guardare i cieli come nei quadri precedenti, oppure il pane, come nel “Cenacolo” di Leonardo, ma deve guardare ognuno di noi, come se stesse dicendo: “Che cosa state facendo, uomini? Fermatevi! Il dipinto è stato esposto a Roma in occasione della Pasqua, poi è stato esposto a Milano ed ora partirà per New York, poi per Mosca. Questo è il mio sogno. L’idea sottostante è che la fede in Cristo unisce persone e diversi continenti.
Autore: Marina Tantushyan