Sarà visitabile fino al 2 febbraio, al museo Amedeo Lia della Spezia “Collezionare Doni” un’esposizione costruita attorno alla Madonna con Bambino, donata nel 2007 alla Pinacoteca del Castello Sforzesco dallo stesso Lia. Reduce dalla mostra alla National Gallery di Londra la pittura, risalente presumibilmente al 1504, era stata commissionata a Leonardo e attribuita poi all'estro di Francesco Napoletano.
Al di là di una smisurata bellezza oggettiva, si tratta della prima opera pittorica che raffigura il castello, uno dei principali simboli di Milano costruito nel XV secolo da Francesco Sforza. Di fatto la Madonna Lia rappresenta il primo segno iconografico dello sforzesco dipinto e fino al 2 febbraio, sarà visibile all'interno della mostra "Collezionare doni. Amedeo Lia e Lodovico Barbiano di Belgiojoso", allestita nelle sale del Museo Lia e in quelle del Castello Sforzesco con una specifica sequenza di opere, tutte estratte dal patrimonio dei due musei.
Oltre alla Madonna Lia, le raccolte del Castello presteranno alla Spezia una selezione di quadri e porcellane cinesi frutto del collezionismo di Lodovico Barbiano di Belgiojoso (Milano, 1814-1880), altra figura di collezionista e appartenente ad una celebre famiglia di benefattori. Tra i quadri Belgiojoso trasportati alla Spezia va citato almeno uno dei rari schizzi di Pieter Paul Rubens, Tre donne con puttini all’aperto.
Delle opere donate da Amedeo Lia al museo spezzino cinque raggiungeranno la sede milanese. Oltre all’Ostensorio, datato 1437 e firmato dall’orefice lombardo Bartolomeo de Magonibus, che prenderà il posto della Madonna Lia nella Cappella Ducale, saranno presentati quattro dipinti, ciascuno in rapporto, per assonanza stilistica, con i quadri della Pinacoteca del Castello. Per chi visita il museo vale la pena di ricordare che la collezione comprende circa 1200 opere di grande varietà, dall’epoca classica, al tardo antico, al Medioevo e per finire al XVIII secolo.
Sono conservati dipinti, miniature, sculture in bronzo, rame, avorio, legno, vetri, maioliche, oggetti d’arte che documentano il gusto e la cultura dell’arte in Italia e in Europa. Nella collezione i cosiddetti “primitivi” sono una vera gemma, con oltre settanta tavole di Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi, Lippo Memmi, Lippo di Benivieni, Lorenzo di Bicci, Barnaba da Modena, Paolo di Giovanni Fei, il Sassetta; inoltre molte tempere e tele fra cui Vincenzo Foppa, Antonio Vivarini, il Bergognone, un probabile Raffaello giovane, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Giovanni Cariani, Gentile e Giovanni Bellini, Bernardo Bellotto, Canaletto.
Fonte: Turismo Liguria
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