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Lisbona, il nuovo che avanza - di Giovanni Bragadini

Pubblicato da oleg su 28 Settembre 2013, 13:37pm

Tags: #I Nostri Speciali

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/dett_articolo/1380044425433_0.JPGUna nuova identità si sta formando quasi nascosta fra le pieghe della Lisbona nostalgica. La strada della modernità parte idealmente dal cuore della Baixa distrutta nel 1755 dal terremoto, nel Terreiro do Paço, l’attuale Praça do Comércio che da spazio spoglio sta diventando salotto cittadino. Qui si trova il Lisboa Story Centre: prendendo a marchio i corvi della leggenda di San Vincenzo, punta sull’interattività e su allestimenti artistici per raccontare la storia della città prima di iniziarne la visita. A fare da porta alla piazza è l’Arco di Rua Augusta, aperto al pubblico per la prima volta all’inizio di agosto, sul quale salire per una doverosa panoramica. Scesi dall’arco si può passare all’adiacente MUDE, ex museo del design trasferito nell’edificio appartenuto al Banco Nacional Ultramarino con l’intento di animare una zona frequentata solo in orario di shopping; visitabile per ora solo al piano terreno, ospita una valida collezione privata fra le anse di un lungo bancone in marmo un tempo luogo di indaffarati impiegati. Altri interventi recentissimi riguardano la salita dalla Baixa al Castelo de São Jorge, facilitata dalla riqualificazione di Rua da Vitória e dalla costruzione di due ascensori pubblici (inaugurati il 31 agosto di quest’anno); geniale la soluzione ideata per valorizzare gli scavi archeologici adiacenti al castello, con finti muri sospesi sopra i perimetri originari per ricreare gli ambienti. Spostandoci nel quartiere di Alcântara troviamo la LX Factory, concentrato di attività culturali e artistiche che ha ridato vita a un’ex area industriale datata 1846, un villaggio di 23.000 mq con locali trendy, negozi, artigiani, officine di design e di creativi all’avanguardia, uffici, sede di un’infinita serie di workshop e attività culturali; per fare solo due esempi, l’ex Gráfica Mirandela è diventata «Ler Devagar», splendida libreria con tanto di vecchie rotative integrate nell’arredamento, mentre da «Landeau» si può gustare la miglior torta al cioccolato di Lisbona. Oltrepassando il Museo dell’Elettricità, eccezionale esempio di archeologia industriale, nel quartiere di Belém si fronteggiano antico e contemporaneo: da una parte il cinque-seicentesco Monastero dos Jerónimos, dall’altra il Centro Cultural de Belém, progettato da Vittorio Gregotti insieme al portoghese Manuel Salgado. Al suo interno brilla il Museo Berardo, una collezione privata di fama internazionale con oltre novecento eccellenti pezzi esposti, suddivisi in sale organizzate per movimento artistico (complete di esaurienti pannelli esplicativi). Viaggio nell’arte del ventesimo secolo, l’esposizione permanente viene costantemente aggiornata e dal 2009 è affiancata da esposizioni temporanee. Per una cultura davvero accessibile a tutti, compreso il biglietto d’ingresso: gratuito. Un concentrato di modernità è poi il quartiere costruito per l’Expo del ’98, il Parque das Nações, zona tralasciata dai turisti perché poco caratteristica: ampi spazi, altissime torri futuristiche, una teleferica sul lungomare, e l’Oceanário, spettacolare acquario sede di numerose attività educative e ludiche. Oltre alle «macro aree» di attualità, la nuova Lisbona si scopre nei locali, nella gente, per strada. I graffiti del GAU (Galeria de arte urbana – galeriaurbana.com.pt) colorano muri di cinta e palazzi con interventi artistici anche satirici, testimonianze autorizzate dal sindaco di Lisbona a parlare della contemporaneità, dare vita al cemento, stimolare la comunicazione. L’Avenida Da Liberdade, ampio viale dai negozi griffati, è una zona giovane, di universitari, punteggiata di chioschi: vecchia tradizione, quella di mangiare e bere nei chioschi, ripresa con il restauro di strutture antiche e la creazione di recenti punti di attrazione sparsi nelle vie e nelle piazze; l’intento è sempre lo stesso, creare animanzione e sviluppare un’identità moderna. I docas, ex magazzini portuali, ospitano una lunga serie di locali; bar e ristoranti cittadini sono uno più intrigante dell’altro: all’interno di un monastero, nel teatro indipendente, nell’ex bordello, con sfumature che vanno dal design estremo all’ambiente intimo, dal cuoco stellato all’elaborazione creativa delle conserve di pesce (e c’è chi ha costruito un lampadario utilizzando le scatolette vuote). I quartieri più poveri, imparentati con i vicoli di Genova o Napoli, sono in fase di riqualificazione: il Cais do Sodré, un tempo frequentato da marinai e prostitute, è il nuovo fulcro della vita notturna; il Marario è diventato sede di uffici comunali e del Museo del Fado; anche l’Alfama, sopravvissuto al grande terremoto e perciò ancora genuino, sta vedendo i primi segni di ripresa. Nonostante tanto protendersi verso il futuro, il fado resta molto popolare. E allora, per accontentare il turista coinvolgendo le zone disagiate, ecco i tour gratuiti a piedi nel Marario, culla del genere musicale, e nell’Alfama; mentre si passeggia, dalle porte escono i fadisti a cantare. Anche la nuova Lisbona ha un’anima.
Fonte: www.gazzettadiparma.it

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