Scogliere, castelli, campagne e villaggi storici: sono i protagonisti di un viaggio all’insegna della natura e della buona cucina, in Alta Normandia. Un angolo di Francia, dalle mete ormai consolidate, che svela anche cittadine e piccoli paese immersi nel verde, poco conosciuti ma di grande fascino. A un’ora d’auto da Parigi si arriva nel dipartimento dell’Eure, cuore della produzione del lino normanno, considerato il migliore al mondo. Un’eccellenza che in tanti sono disposti a pagare, raggiungendo spacci aziendali dove acquistare il tessuto, a metro o confezionato. Oppure, presso gli antiquari specializzati in biancheria d’epoca o nelle boutique del territorio. Ma anche per dormire nelle lenzuola di lino di eleganti manieri e maison d’epoca. E per assaggiare ricette raffinate e gourmand dei migliori chef della zona. Magari accompagnate da pane ai semi di lino appena sfornato. La scoperta dell’Haute Normandie parte da Bernay, cuore di una grande pianura boscosa che conserva un patrimonio architettonico medievale, dalle tipiche case à colombage, con le facciate a graticcio in pietra e legno, fino alla stupenda abbazia di Notre-Dame, gioiello romanico normanno dell’XI secolo. A 10 minuti d’auto dal centro storico, si arriva a Saint-Martin-du-Tilleul, dove c'è l’atelier di monsieur Bénoit, la Linière St-Martin, un’azienda fondata nel 1954, che coltiva con tecniche tradizionali 2300 ettari di lino all’anno per ottenere fibre di qualità pregiata. Come è possibile osservare direttamente nel piccolo spaccio aziendale Au fil du lin, frequentato dai parigini per i suoi tessuti da arredamento e la convenienza dei prezzi. "La preziosità delle pezze", fa notare monsieur Bénoit, "si riconosce subito dalla regolarità della trama: identica in ogni centimetro, senza righe in rilievo e priva di qualsiasi impurità". Il capoluogo dell’Eure, Évreux, non è lontano. Ci si arriva, tra curve panoramiche che s'insinuano nella campagna con fattorie, campi di lino e dimore signorili. A metà strada tra Parigi e la costa atlantica, la città è sorvegliata dalla Torre dell’Orologio, oltre 40 metri d’altezza, costruita tra il 1490 e il 1497. Vicino, la cattedrale gotico-romanica di Notre-Dame, con vetrate grandiose, il Palazzo Vescovile e il chiostro-giardino del Convento dei Cappuccini, con scorci affascinanti sul Duomo. Da Évreux, si raggiunge Cahaignes e le Château de Requiécourt del XIX secolo, circondato da 11 ettari di parco e alberi centenari. Le stanze sono arredate con estrema cura, alcune hanno conservato arredi originali. Gli ambienti sono d’epoca, ma la classe è parigina e si dorme in lenzuola di... lino. L’indirizzo per la cena è il ristorante L’Auberge de l’Atelier, 2 stelle Michelin, nella vicina Saint-Denis-le-Ferment. Le creazioni gastronomiche sono opera di Jean-Pierre Raban, che utilizza prodotti del territorio per ricette leggere di mare e di terra: specialità, gli spiedini di St. Jacques grigliati e il filetto di vitello al pepe verde. Tornando verso Évreux, prima di dirigersi verso il Castello di Champ de Bataille (con la N 13, attraversando Ecardenville-la-Campagne per continuare sulla D 30), vale una sosta la boutique Le lin d’Amandine, a Graveron-Sémerville, un piccolo negozio stracolmo, con mobili d’antan, angoli e scaffali dove si rovista in cerca di occasioni. Dall’abbigliamento uomo-donna e bambino alla biancheria per la casa, ma anche borse, foulard, cappelli e una linea cosmetica. Tutto in lino. Il maniero di Champ de Bataille (tel. 0033.2.32.34.84.34, www.chateauduchampdebataille.com), a Sainte-Opportune-du-Bosc, è proprietà di Jacques Garcia, che ha firmato l’interior design di ristoranti e hotel celebri, come il Métropole di Monte Carlo. In questo castello del XVII secolo, dove vive, ha riprogettato l’immenso giardino come un’opera d’arte verde. Sono aperti al pubblico il parco e alcuni saloni barocchi. Nelle stanze, mobili antichi, tutti classé (pezzi unici appartenuti a Maria Antonietta, Luigi XV, Mme de Pompadour), memorabilia di viaggi esotici e una Wunder-kammer in stile XVIII secolo.
Fonte: www.gazzettadiparma.it
Normandia, fresca come il lino - di Silvia Ugolotti
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