“Il turista inglese è colpito da come vanno male le cose in Italia”. Questo è il titolo, semplificando la traduzione, di un articolo apparso sul The Daily Telegraph, che racconta di un viaggio nel Belpaese depresso dalla crisi. Righe non certo lusinghiere spese per fare una (brutta) fotografia alle nostre località turistiche che, inevitabilmente, risentono della congiuntura economica negativa.
Che la Gran Bretagna se la passi meglio della povera Italia è cosa nota. Ma lasciano, lo stesso, l’amaro in bocca le considerazioni del Daily Telegraph che raccontano di un Paese in cui “le cose vanno male”. E lo si capisce “andando dal droghiere in piazza che solitamente era pieno di prelibatezze locali, come vino e salame, mentre quest’anno gli scaffali sono vuoti”. Desolatamente. “Il commercio si è dimezzato rispetto all’anno scorso”, ha commentato al giornale inglese un commerciante piemontese. Il Piemonte, appunto, regione definita come “un angolo tradizionalmente prospero del nord-ovest d’Italia” dove ci sono molte feste patronali “senza più nessuna persona in coda per mangiare nei ristoranti”.
E nel quadro a tinte fosche del nostro bistrattato Paese, non manca neanche un accenno alla stretta anti-evasori di Equitalia. “Una Ferrari ruggisce davanti a noi – si legge sempre nell’articolo del quotidiano britannico – ma il nostro ospite italiano scuote la testa. Ormai la lotta agli evasori colpisce chiunque e possono fermare qualsiasi veicolo appariscente per interrogare il conducente sul proprio reddito”. Tornare a Londra, infine, sempre per il Daily Telegraph, è quasi come fare ritorno alla vita: “Heathrow Terminal 5, con i suoi negozi e ristoranti, pullula di gente, di rumore e di continui via vai di passeggeri”.
Insomma, il turismo italico esce con le ossa rotte dall’impietoso racconto inglese. Certo, hanno un po’ esagerato, ma è difficile dare torto ad un turista straniero che nota gli effetti dell’austerity (giusto per non essere ripetitivi nell’usare sempre la parola crisi) durante le sue vacanze nostrane. E a confermare quello che fino a qui si è intuito - ossia lo stato di sofferenza del comparto turistico - arrivano anche i dati di Federalberghi che parlano di un calo del 18,9% di turisti e un 22% del giro d’affari in quest’estate 2012 che sta per finire. “A memoria statistica non si era mai visto un calo così generalizzato e devastante di uno dei settori che potrebbe, se opportunamente supportato, rappresentare il primo volano per la ripresa economica del Paese”. E’ questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “I numeri ci dicono - prosegue Bocca- che quasi 6 italiani su 10 rimarranno a casa durante i mesi estivi e quelli che si muoveranno saranno circa 27 milioni tra maggiorenni e minorenni (rispetto ai 33,2 milioni del 2011), pari al 44,7% della popolazione (rispetto al 55% del 2011)”. Flessioni spalmate su tutti i mesi caldi di villeggiatura: giugno da 8,4 milioni del 2011 a circa 6,6 milioni (-21,5%), luglio da circa 12,5 milioni del 2011 a circa 10,9 milioni (-13%), agosto da circa 21,9 milioni del 2011 a 15,4 milioni (-29,5%), settembre da 5 milioni del 2011 a 3,6 milioni (-27,7). Ma una statistica su tutte descrive lo stato di difficoltà degli italiani: 3 su 10 hanno rinunciato alle ferie per motivi economici, ossia il 51,6%. Nel 2011, invece, erano soltanto il 42,8%.
Effetti della crisi, certamente. Ma se si arriva perfino ad intaccare il sacrosanto riposo estivo sotto l'ombrellone, allora significa che le ripercussioni per l’economia nazionale saranno più gravi. Perché il valore aggiunto prodotto in Italia dal turismo è stato pari, nel 2010, a 82mila e 833 milioni di euro, ossia il 6% del valore aggiunto totale dell’economia, secondo le stime dell’Osservatorio nazionale del turismo. Che, fortunatamente, apre anche qualche spiraglio positivo. A dare una boccata d’ossigeno al sofferente Stivale ci pensano gli stranieri: nel 2011 quelli in ferie in Italia hanno speso di più (il 6,5%) rispetto all’anno precedente. La regione preferita dai viaggiatori europei, tedeschi in primis, è il Veneto; quelli d’oltreoceano prediligono il Lazio, seguito dalla Toscana. Le mete più amate sono quelle marittime, poi ci sono le grandi città d’arte.
Fonte: www.yahoo.it
Scritto da Fabrizio Arnhold