Ci sono quadri che fanno parte della nostra vita da sempre, se ne stanno in un angolo del nostro cervello senza far rumore e quando li incrociamo è come se rivedessimo un parente stretto. Se poi appartengono alla città in cui viviamo il senso di familiarità ci porta a volte a darli per scontati. A lungo è stato questo il destino di «Il Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo, acquistato dal Comune di Milano attraverso una sottoscrizione pubblica nel 1920 e nel 2010 approdato al Museo del Novecento.
Realizzato dall’artista tra il 1898 e il 1901 appare da subito come il quadro perfetto per segnare il passaggio tra i due secoli e viene sistemato all’inizio del percorso espositivo, dove, non senza qualche polemica, è rimasto fino all’allestimento di questa nuova mostra che aprirà venerdì 15 novembre. Un’esposizione tutta dedicata al nostro «caro parente» che ci insegnerà a guardarlo con occhi nuovi: «Giuseppe Pellizza da Volpedo e il Quarto Stato. Dieci anni di ricerca appassionata» raccoglie infatti trenta opere che ripercorrono la storia del dipinto, più una radiografia a grandezza naturale che ne mette a nudo tecnica e impianto preparatorio. Dopo un esordio non proprio felice (nel 1902 alla Quadriennale di Torino riscuote più critiche che elogi), oggi «Il Quarto Stato» è considerato un pezzo importante nella storia dell’arte, per i suoi contenuti politici e sociali ma anche per la tecnica con cui è stato realizzato, quel divisionismo tutto italiano di Segantini e Previati.
Quando nel 1892 Pellizza prepara i primi bozzetti ne nasce una tela, «Ambasciatori della fame», fatta di larghe pennellate e colori luminosi. La piazza è la stessa de «Il Quarto Stato», quella di Volpedo, ma i lavoratori restano sullo sfondo e avanzano solo due portavoce arrabbiati e decisi. Nel 1893-94 l’artista riaffronta il tema in una tela più grande dove il gruppo centrale dei personaggi è più a fuoco e le larghe pennellate sono sostituite da piccoli punti e linee di colore. Il risultato di questi studi è una seconda tela, «La Fiumana», datata 1895.
Alla versione definitiva si avvicina nel 1898 quando, dopo altri bozzetti, dipinge un quadro ancora più grande dalle cromie calde e intense che intitola «Il cammino dei lavoratori». Dopo un’ultima rielaborazione dei personaggi, Pellizza realizza il quadro che tutti conosciamo, quel «Quarto Stato» che fiducioso e combattivo cammina incontro al futuro.
La mostra è aperta dal 15 novembre al 9 marzo con i seguenti orari: 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; lunedì 14-19.30.
Fonte: http://vivimilano.corriere.it/arte-e-cultura/pellizza-volpedo-quarto-stato_2223605898920.shtml
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