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Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine - Aosta, 27 Marzo 2013 - 22 Settembre 2013

Pubblicato da oleg su 24 Aprile 2013, 07:35am

Tags: #Exhibitions and Events

http://www.lovevda.it/turismo/formvit/mostrafoto.asp?pk=41425&rset=tab_immagini&id=pk_immagine&cont=immagine&tipo=immagine_tipo&thmbw=1024&thmbh=Martedì 26 marzo 2013, al Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas ad Aosta, è stata inaugurata l’esposizione Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine, realizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura e curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota.

Si tratta della prima mostra antologica dedicata a Renato Guttuso (1912-1987) realizzata in Valle d’Aosta. Figura di rilievo nel panorama artistico del Novecento, Guttuso rielabora nella sua pittura gli stimoli di matrice espressionista, le suggestioni dell’arte popolare della sua terra di origine, la Sicilia, senza dimenticare l’influenza del cubismo di Picasso, che conosce personalmente nel 1946.

L’esposizione presenta al pubblico, nelle sale espositive del Museo Archeologico Regionale, una selezione di quaranta opere primarie di Guttuso tra dipinti ad olio, opere su carta e grafiche, che vanno dalle nature morte della fine degli anni ’30 e dei primi ’40 al drammatico Partigiana assassinata, 1954, dal visionario Bambino sul mostro, 1966, all’epico Comizio di quartiere, 1975.

Le opere d’arte in mostra, provenienti da collezioni private e dal MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, documentano i temi tipici elaborati con grande libertà d’immaginazione e originalità di soluzioni dal Maestro, dai paesaggi urbani, ai soggetti sociali. Attraverso un percorso espositivo articolato, il visitatore potrà instaurare un dialogo con l’opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico.

Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo al catalogo: “Ora che l’ideologia dell’avanguardismo a ogni costo cede il posto a riflessioni meditate sul secondo dopoguerra, la scelta ispida di Guttuso, un’aristocrazia formale attenta allo stesso tempo alle ragioni essenziali del comunicare, conferma che il senso della storia può essere continuità e non rottura, far nuova la sostanza dello sguardo e non la pelle del far vedere, riportare l’umano al centro del discorso e non limitarsi a un’arte che parli solo d’arte”.

Sin dalla metà degli anni ’30 la scelta artistica di Renato Guttuso è chiara, in nome di una figurazione che da un lato recuperi in modo critico l’identità antica della pittura, la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall’altro sia lo specchio critico di un rapporto intenso, lucido, drammatico anche, con la storia.

“Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità”, scrive Guttuso. E ancora: “Sempre ha contato, soprattutto, per me il rapporto con le cose. Trovare, o credere di trovare questo rapporto (naturalmente non stabile né fisso) ha significato, in qualche modo, tentare la possibilità di comunicare tale rapporto. Un’arte senza pubblico non esiste”.

Colta quanto anti-intellettualistica, la pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto, al nudo, fondendo registri che vanno dall’amore per il Rinascimento e il Seicento all’umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall’evidenza potente delle cose all’allegoria.

La sua è, anche, partecipazione al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia.

Guttuso riflette sull’espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà “è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell’uomo”.

La rassegna rimarrà aperta sino al 22 settembre 2013 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Silvana Editoriale, posto in vendita al prezzo di € 28,00 in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con testi di Franco Calarota, Daria Jorioz e Flaminio Gualdoni.

Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65.

In abbinamento con l‘ingresso alla mostra Pepi Merisio. Il gioco presso il Centro Saint-Bénin: abbonamento intero € 6,00, ridotto € 4,00.

Orario: Martedì – Domenica dalle 10,00 alle 18.00 – Chiuso il Lunedì

Per informazioni:

Assessorato dell’Istruzione e Cultura – Attività espositive: tel. 0165.274401

E-mail: u-mostre@regione.vda.it

Museo Archeologico Regionale: tel.0165.275902

Internet: www.regione.vda.it

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