Perché Saint Tropez? Perché le leggende metropolitane diventano realtà. Tranne quando si tocca il portafogli. Insomma, qui i sogni sono a portata di tutti, basta non farsi prendere la mano. La classe è nei movimenti, nell’incedere e nella parlata della gente. È un piccolo mappamondo dove con facilità e allegria si riesce a fare conoscenza con persone di ogni parte del globo, religione, professione e colore della pelle.
Si è scritto tanto su questo villaggio di pescatori che, dopo gli anni '50 e grazie a Brigitte Bardot, ma anche per merito di italiani come Gigi Rizzi, è esploso come una delle mete turistiche più gettonate al mondo. Jet set (lunghissima la lista dei fedelissimi, tra questi: Pamela Anderson, Mick Jagger, Naomi Campbell, Bono Vox, George Michael. Lady D era spesso qui) ma non solo. Euro o non euro, crisi o non crisi, qualcosa anche qui è cambiato. Parcheggi pieni, quasi impossibile trovare un posto in albergo, passeggiata sul porto dove diventa improponibile fare manovra con l’automobile, le sfumature parlano invece di discoteche in crisi, club a tenere botta con la concorrenza delle spiagge libere e con i disco-bar, arrivati con successo anche in Costa Azzurra.
Il terremoto economico ha lasciato il segno, anche se i prezzi sono abbordabili (se paragonati a mete turistiche della nostra penisola). Una volta si bruciavano in mezzo pomeriggio casse di champagne, ora ci si «limita» a mostrare la barca ormeggiata in prima fila sul porto e a spruzzare un po' di bollicine in spiaggia. Qui un lettino costa 20-30 euro, un drink pomeridiano a ritmo di musica 10-15 euro, le camere di albergo doppie 200-300 euro, un panino 3-4 euro. Per i nottambuli, una bevuta in discoteca dai 10 ai 20-27 euro, oppure al bar, 15 euro. Cifre non proprio alla portata di tutti, ma comunque accessibili. Dimenticavamo le leggende metropolitane: c'est vrai, un Mathusalem di Cristal tocca anche i 50 mila euro (a dire il vero, rispetto a tre-quattro anni fa, non se ne vedono più passare, accompagnate da bengala e musica altisonante mentre fendevano il popolo della notte), una bottiglia di Salmanazar, edizione speciale per la Caves du Roi (discoteca storica) arriva a 100 mila euro. Un «semplice» Moet & Chandon, gira attorno ai 170-200 euro. Nota dolente i parcheggi: un’ora al parking «de Lyces» o in quello sul porto? 2,50 euro. Qui è a pagamento ogni metro quadrato del paese.
A proposito, pochi conoscono la storia del Santo che dà il nome al paese, San Torpè. Torpè, o Torpetius, era pisano. Si rifiutò di aderire alla religione pagana, lui era cristiano. Nerone lo fece così decapitare. Il suo corpo fu abbandonato su una barca, insieme ad un cane e ad un gallo, sull'Arno. Dio fece arrivare senza conseguenze l'imbarcazione in una località non ben precisata, chiamata Sino.
La giornata, come le tinte pastello degli edifici e il colore elegante della sabbia della Pampelonne, ciascuno se la ritaglia come vuole. Per chi si sveglia presto è possibile fare colazione sul porto: ci sono bar e boulangerie di ogni tipo, su tutti va ricordato il classico Senequier, immortalato da una foto con B.B. che a piedi nudi cammina sul quai. Per il pranzo, resta fantasioso lo spuntino in spiaggia. Molti club, oltre al ristorante, hanno uno snack bar alla portata di tutti: cheeseburgher e coca cola a 7-8 euro.
Spiaggia: ce n'è per tutti i gusti. Massaggi, palestra, windsurf, moto d’acqua, beachvolley, ma anche la defilata Escalet. Sonnellino ma pure musica, drink e adrenalina. Il tempo si ferma - o corre?-. Alle cinque attaccano le danze, gli schizzi di champagne o i frullatori iniziano a macinare «paradise». Mojito a palate e musica: stagione 2008 all’insegna dell’elettro-house. Aperitivi lunghissimi, la route des plages dalle 6 alle 8 è una coda unica: si procede a passo d’uomo. Se si è fortunati un posto si trova subito, ma c'è da aspettare: nel frattempo, chi arriva dai paesi vicini (merita assolutamente una visita Ramatuelle) ha già invaso il porto o i ristoranti. Il centro esplode, i ristoranti (è possibile mangiare ad ogni ora del giorno) si rianimano. Consiglio: meritano locali come la Ponche (in una piazzetta del paese vecchio che dà sul golfo), Grenadine (piccolo ma in stile provenzale). Classico è le Grand Joseph. Ha appena aperto e, con vista anche qui da urlo, dà sul porto e sul golfo La Tour.
Dopo cena? Tre posti su tutti dove accendere la serata o dove fare quattro salti prima di dormire: Le Quai di Joseph, bar-ristorante sushi che si anima con musica e danze, il mitico e trasgressivo Chez Maggy e l’intramontabile L’Octave. Per i nottambuli: Caves du Roi, V.I.P. room (ideale per 20-30enni) o il Papagayo. Per cercare un po' di fresco, a questo punto, classico giro sul porto. Alle 3 i parcheggi si svuotano: no, nessuna magia che svanisce, è cambiato il modo di vivere questo posto. Turismo mordi-e-fuggi pure qui. ( Fonte: www.gazzettadiparma.it)
Autore: Matteo Scipioni