Sport e natura
Nell’immaginario vacanziero dominano gli scenari mossi dal mare o dalle creste alpine e chi si guarda intorno in pianura ha sempre la sensazione di ritrovarsi in un luogo “piatto”, privo di sorprese e quindi poco ambito: niente di più falso. Certo è che chi voglia farsi una corsetta nella pianura lodigiana farà meno fatica di chi scelga i monti. Qui sono soprattutto gli ambienti fluviali a offrire le migliori alternative.
I geologi identificano l’area del lodigiano con il vasto terrazzo alluvionale circoscritto dal basso corso dei fiumi Adda e Lambro. È l’Adda a dare vita al Lario, il lago di Como, e con i suoi 313 km – e un bacino imbrifero di 7989 km cubi - è anche il maggiore tra i corsi d’acqua che appartengono interamente al territorio lombardo, maggiore per l’importanza economica quanto geografica e antropica. È anche il più importante affluente di sinistra del Po. È il suo corso tra Lecco e la foce a cadere sotto la tutela del Parco Regionale dell’Adda, che a sua volta si divide in Parco Naturale dell’Adda Nord e Parco Naturale dell’Adda Sud, quello che interessa noi. Si raggiunge l’inclusa Riserva Adda Morta (Ente Gestore Consorzio Parco Naturale Adda Sud – Via Grandi, 6 - Lodi – tel. 0371.36047), che si distende parzialmente anche in provincia di Cremona, spostandosi a meridione di Lodi e percorrendo la Via Emilia (SS9), per arrivare nei pressi della Località Olmo, da dove ci si immette sulla provinciale parallela alla Via Emilia, che dal Capoluogo conduce successivamente a Ca' del Conte, Soltarico, Basiaco, Turano e Castiglione d'Adda.
La Riserva dispone di due accessi, rispettivamente in Località Ca’ del Conte e in Località Soltarico e sono entrambi opportunamente segnalati. L’area abbraccia quello che resta di un vecchio ramo dell'Adda, ramo che il corso principale del fiume ha abbandonato e che in seguito si è lentamente trasformato in palude.
Vi si trovano singolari ambienti umidi e modesti tracciati a bosco per lo più di salice bianco e ontano nero. La fauna acquatica riveste sicuro interesse anche per la sua varietà di specie. Si tratta di fatto dell’unica zona aperta al pubblico e almeno parzialmente conservata in condizioni naturali, ciò che in buona misura ne accresce il pregio per le possibilità di fruizione naturalistica che la stessa area è in grado di offrire. I vertebrati, cioè la fauna superiore e in particolare pesci e volatili, risultano ancora interessanti per gli appassionati, malgrado le alterazioni ambientali occorse nel tempo e il disturbo comunque recato dalle attività umane.
I pesci, in particolare, godono della selezione fra le acque convenzionate che la Federazione Italiana Pesca Sportiva ha operato sul Canale Morto dell'Adda e sulla Lanca della Rotta. In queste zone si sta combattendo una dura lotta contro la pesca di frodo, specialmente riguardo alla cattura delle ambite e prelibate anguille. Nemmeno troppo placidi se ne stanno rettili e anfibi: danni ambientali diffusi e poi anche la forte frequentazione di parte dell'area e poi la contaminazione di piccoli corpi idrici e il parziale prosciugamento dell'Adda Morta hanno creato gravi danni alla consistenza delle specie. Il tritone crestato, per esempio, è alquanto raro. Nemmeno il rospo comune, la raganella e la rana agile godono di buona salute. Per fortuna è meno rara la Rana Latastei, specie endemica della Valle Padana altrove minacciata di estinzione, e gracida addirittura in abbondanza quella verde. Fra i rettili di questa zona è purtroppo scomparsa la testuggine palustre, ma razzolano in abbondanza la lucertola delle muraglie e il ramarro. Quanto ai poveri serpenti, che in molti si sono accaniti a cacciare senza alcuna ragione, probabilmente solo perché si dice essere ripugnante e aggressivo e magari anche perché ha una pessima reputazione nella simbologia biblica e linguistica, vi si trovano rari esemplari di biacco nelle zone asciutte e di biscia dal collare in quelle a palude, mentre tristemente rari sono la Coronella Austriaca e il Colubro di Esculapio.
Detto anche Saettone, grazie al suo bell’aspetto il Colubro di Esculapio sembra godere delle simpatie di solito negate ai suoi conspecifici, forse anche perché, mimetizzandosi per bene con l’ambiente, al sopraggiungere dell’uomo non schizza via rapido come fa invece il biacco, ma anzi se ne resta placidamente immobile.
Di più vasta area è il Parco regionale dell’Adda Sud (la sede è a Lodi in Viale Dalmazia, 1 – tel. 0371.411129 - www.parcoaddasud.it). Nella sua parte a meridione il corso dell’Adda si svolge in mezzo a depositi alluvionali. I terrazzi più antichi, che risalgono all’Olocene, sono i più lontani dal letto del fiume, mentre i più recenti vanno a deporsi gradualmente incontro al suo letto. Con i boschi rivieraschi, l’area protetta include zone palustri costituite da “lanche” e “morte” formate dall’Adda nel corso del tempo mutando il suo cammino. Ne sono esempio, di grande interesse dal punto di vista botanico, geomorfologico e zoologico, oltre alla stessa Adda Morta che giace nei comuni di Castiglione e Formigara, la Zerbaglia, una zona umida di interesse nazionale compresa nei comuni di Turano, Cavenago d’Adda e Credera Rubbiano e la Morta di Soltarico, che ha preso forma soltanto dopo l’alluvione occorsa in queste zone nel 1976.
L’ambiente del Parco si caratterizza per le sue aree boschive e naturalmente per quelle umide, nonché per le sue deliziose spiaggette fluviali. Le zone boschive lungo il corso dei fiumi sono ecosistemi che generalmente si distinguono per la loro stabilità, le poche trasformazioni subite nel tempo, ed è proprio questa la ragione per cui costituiscono un biotipo ideale per molte specie di piante.
Da Comazzo a Lodi e ancora di più da Lodi al Po il corso dell'Adda si snoda con maestosa lentezza, come il fiume di pianura qual è. La bella e laboriosa Lodi sorge proprio sulle sue rive. Poco a ovest di Cremona le acque dell’Adda si congiungono con quelle del Po, il "grande padre", come viene chiamato.
Quarto fiume in Italia, l’Adda vanta anche una delle più interessanti varietà paesistiche e una grande ricchezza vegetale a costeggiarne le sponde. Fino a non molto tempo fa, in una zona della “bassa” dalle parti di Crotta d’Adda, c’era ancora un anziano signore che traghettava i villeggianti della domenica per lo più diretti al castello di Maccastorna, che con il suo fossato e le mura alte e possenti è un bell’esempio di architettura castrense lombarda. Nel Parco sono segnalate più di 200 specie di uccelli.
A poca distanza da Crotta d’Adda, all’interno del Parco dell’Adda Sud e a 35 km dal centro di Lodi lungo la Via Emilia, si trova il paesino di Cornovecchio. Lo si raggiunge deviando dalla SS9 (la Via Emilia) una volta superata Casalpusterlengo (si svolta alla rotonda di Via Emilia alla terza a sinistra sulla EX SS 234). Dopo circa 8 km è un’altra rotonda, dove si prende la prima uscita per continuare sulla SP 27. Attraversato il paese di Maleo si prosegue diritto sempre sulla SP 27, che percorreremo fino a superare l’incrocio per Cornovecchio e deviare alla prima a sinistra verso la frazione Castellina. È qui il Castellina Golf Club (Cascina Castellina, 1 - Cornovecchio – tel. 0377.709957). È un campo pratica illuminato con 40 postazioni, sei delle quali coperte, per 360 metri di profondità e 200 di larghezza 200. È dotato di putting green, pitching green con 2 bunkers e chipping green.
Chi volesse rilassarsi dopo la fatica del gioco può approfittare degli spazi assai agevoli che il centro mette a disposizione nella club house, nella foresteria o anche godersela con il percorso fitoaromatico. La bella foresteria, in particolare, dispone di confortevoli camere indipendenti con angolo cottura e bagno, nell’ambiente della cascina opportunamente restaurato.
Al Centro Ippico Cascina Rivoltelle (Cavenago d’Adda - tel. 037170104) ci si ritrova ancora una volta circondati dal caratteristico scenario del Parco Adda Sud, in una cascina lodigiana di antica costruzione restaurata come si conviene. Affiliato alla F.I.S.E. e al CONI, è un luogo davvero ideale per intraprendere piacevoli passeggiate a cavallo.
La sua scuderia è in grado di ospitare comodamente una cinquantina di cavalli, ben curati e dal temperamento abbordabile per ogni tipo di cavaliere.
Sono anche a disposizione professionisti in gamba che si prendono cura degli animali da ogni punto di vista. Ci sono veterinari e maniscalchi, toelettatori e tosatori, alimentaristi e addirittura dentisti. Al Centro Ippico Cascina Rivoltelle si trova anche il cosiddetto Pony Club, che offre ai bambini la possibilità di essere seguiti da istruttori della Federazione, nonché assistiti da collaboratori esperti, che sanno trattare non solo con i cavalli. L’atmosfera è quella che si respira nei buoni ambienti sportivi, dove lo sport è inteso come una attività ludica sia individuale che di gruppo. Per bambini e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 16 anni sono pure disponibili pacchetti settimanali estivi.
Fonte:
http://www.originalitaly.it/guide-turistiche/lombardia/lo/guida-lodi-provincia/rubrica/sport-e-natura.html