Vero e proprio monumento naturale, simbolo sacrale frequentato dall'uomo fin dalla preistoria, citato nella Divina Commedia, sfruttato come difesa naturale da vari popoli e fazioni, la Pietra di Bismàntova è da decenni oggetto di culto dell'alpinismo e dell'arrampicata sportiva, ed è stata inserita nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano proprio per tutelarne i molteplici aspetti storici e naturalistici. Sicuramente il modo migliore per scoprire e vivere questo autentico monumento naturale è quello di compiere un ampio anello lungo i sentieri che si snodano dai suoi piedi fino alla sommità. Il percorso è semplice, non presenta alcun tratto esposto ed è totalmente su fondo naturale.
Attraversa boschi misti, particolarmente suggestivi nella stagione autunnale, fino ad approdare ai prati sommitali dai quali la vista spazia sulla catena dell’Appennino e sull’abitato di Castelnuovo Ne’ Monti. Non meno importanti sono le testimonianze storiche e religiose che è possibile integrare nel corso della visita. La presenza infine di un comodo Rifugio con ottima cucina garantisce un meritato ristoro al termine dell’escursione.
Punto di partenza: Piazzale Dante 881 m
Grado di difficoltà: E
Tempo di percorrenza: 3,30 ore circa soste escluse
Dislivello: 280 m. circa
Massima altitudine: 1046 m
Attrezzatura consigliata: scarponcini da trekking con suola scolpita, abbigliamento a strati, borraccia o thermos, cuffia e guanti per i freddolosi, giacca vento meglio se impermeabile. Utili i bastoncini telescopici da trekking soprattutto per la parte di discesa.
Notizie utili
Il punto di ritrovo è il parcheggio denominato Piazzale Dante, posto alla base della parete SE della Pietra. Da qui una ampia scalinata e un successivo breve tratto asfaltato conducono al Rifugio della Pietra, ideale per un rinfrancante colazione. Dopo la pausa, iniziamo il nostro percorso. Torniamo
al Piazzale e costeggiando la Foresteria S. Benedetto scendiamo per una carraia che si snoda tra campi e boschi in direzione NE. Il percorso aggira la base della spettacolare parete orientale della Pietra, tenendosene a debita distanza. Notevole la presenza di grandi massi di crollo, ora utilizzati soprattutto dai boulders. La carraia si restringe fino a diventare sentiero e attraversa la grande frana di Fontanacornia, probabilmente legata alla scomparsa della rocca altomedievale che sorgeva sul lato settentrionale della Pietra.
Altre frane più antiche si susseguono, a testimonianza della tormentata vita di questo gigante di Calcarenite, fino ad arrivare in località Campo Pianelli, sito archeologico piuttosto importante con ritrovamenti di sepolture risalenti al X secolo. Riprendiamo il sentiero principale fino ad incrociare una evidente e larga mulattiera che ci condurrà sulla sommità della Pietra.
In questo punto le pareti verticali si interrompono e fin dai tempi remoti questo fu ed è tuttora l’accesso più semplice alla sommità. Da qui son transitati uomini d’arme, contadini e pastori.
La mulattiera sale con alcuni tornanti e svolte fino a raggiungere i primi prati. La vista inizia ad abbracciare panorami importanti. Transitiamo vicino allo sbocco di una via ferrata e raggiungiamo infine la grande balconata sommitale dove si trova il punto trigonometrico che costituisce la “cima” della Pietra a 1047 m. Il posto è ideale per la pausa pranzo e per godersi l’impareggiabile panorama sul massiccio del Cusna proprio di fronte a noi. Proseguiamo ora la nostra esplorazione del pianoro affacciandoci di tanto in tanto e con estrema prudenza al bordo meridionale fino a raggiungere il lato occidentale dell’altipiano. Da qui iniziamo a scendere utilizzando un sentierino che, in alcuni tratti, si presenta ripido.
Aggiriamo l'angolo SW della Pietra costeggiando pareti di arenaria sempre più alte man mano che si scende, fino a raggiungere l'Eremo e, poco oltre, il Rifugio della Pietra, dove chiudiamo il nostro odierno anello.
Notizie sull’Eremo
Di origine quattrocentesca e dedicato al SS. Salvatore, la chiesa fu ricostruita nel 1617, affiancata da un piccolo convento e dedicata poi alla Madonna. Patrocinatori della ricostruzione furono i marchesi Bevilacqua, feudatari di Bismantova, e due eremiti da Pavia. I preziosi dipinti dei XV sec., le incombenti pareti alte 120 m e un suggestivo acero montano secolare nel sagrato fanno del complesso religioso uno dei più venerati dell'Appennino. Lo testimoniano anche i molti ex-voto custoditi e i numerosi matrimoni celebrati.