Forse non è un caso che i coniugi MacKay, passati alla storia come i primi avvistatori moderni del famigerato mostro di Loch Ness nel 1933, fossero proprietari di un albergo. Ogni lago, per diventare meta turistica, ha bisogno di un cantore che, magari ricorrendo a qualche trucco più da prestigiatore che da poeta, ne sveli le bellezze nascoste. Succede ad ogni latitudine.
Il primo profeta di Wannsee, il lago di Berlino che ogni fine settimana si riempie di barche a vela e di villeggianti, fu il pittore Max Liebermann. Windsurf a parte, la Strandbad Wannsee, la spiaggia balneare non marina più grande d’Europa, aperta nel 1907, conserva ancora l’atmosfera belle èpoque dei suoi quadri. Per ammirarli basta fare una tappa nella sua casa-museo, costruita nel 1909 a pochi metri dalla riva.
A Virpazar, minuscolo paese montenegrino sulle sponde del lago Scutari, non si fa in tempo a parcheggiare l’auto nella piazzetta principale - dove ci si può imbattere in qualche abitante del posto intento a squamare una carpa appena pescata - che subito una specie di Indiana Jones barbuto con camicia hawaiana e cappello di paglia sulla testa dà il benvenuto ai turisti regalando piantine di erbe officinali e raccontando dell’ultimo avvistamento del rarissimo pellicano riccio. È il proprietario del Pelikan (naturalmente), l’albergo-locanda noto per i suoi piatti a base di pesce alla brace, grande organizzatore di escursioni, crociere e battute di birdwatching nel «più grande bacino d’acqua dolce d’Europa». Lo Scutari vale una deviazione dalle coste adriatiche: il paesaggio è incontaminato e la strada che dopo aver costeggiato il lago ridiscende verso Ulcinj, la cittadina di mare al confine con l’Albania a cui Cervantes dedicò la Dulcinea del don Chisciotte, è una dei percorsi più belli dei Balcani.
Il marketing lacustre, più o meno sofisticato, funziona anche in Italia. Tant’è vero che ad Iseo (Brescia) hanno pure organizzato un festival ad hoc, giunto alla terza edizione, che quest’anno si svolgerà dal 25 al 27 maggio. Si parlerà di sport, enogastronomia, storia e tradizioni. I modelli a cui ispirarsi non mancano. Basti pensare a cosa è accaduto sul lago di Como da quando George Clooney ha acquistato villa Oleandra, a Laglio: paginate sul New York Times, paparazzi nascosti dietro ai tornanti dell’antica strada Regina Teodolinda e comitive di tedeschi pronti a farsi immortalare davanti al cancello della star hollywoodiana. Ma negli ultimi anni è emerso anche un altro Lario, meno glamour ma altrettanto di successo: è quello cantato dal tremezzino Davide van De Sfroos (ramo di Como) e raccontato nei romanzi del medico condotto di Bellano Andrea Vitali (ramo di Lecco). Per scoprirlo bisogna inerpicarsi sui sentieri dei contrabbandieri in val d’Intelvi, godersi un Martini cocktail al bar del Grand Hotel di Tremezzo o assaggiare un piatto di missultin, gli agoni messi sotto sale e lasciati essiccare al sole, sui tavoli di pietra della Locanda del Grifo a Campo di Lenno.
Fonte: www.lastampa.it)
" A qualcuno piace il lago" di Francesco Moscatelli
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