L’obiettivo è quello di riaprire entro Pasqua i sentieri danneggiati dall’alluvione del 25 ottobre. Per le Cinque Terre la rete dei sentieri rappresenta la principale attrazione per i turisti italiani ma soprattutto stranieri, e ripristinarne l’uso è diventato l’imperativo categorico degli amministratori impegnati in una sfida contro il tempo. Riaprirli tutti in pochi mesi non sarà possibile, per questo si studiano soluzioni che consentano di bypassare le zone franate come sul sentiero numero 2 che collega Riomaggiore con Monterosso.
Un altro intervento cui si sta lavorando è quello di rimettere in funzione percorsi alternativi sul crinale potenziando così l’offerta della rete sentieristica. Nel frattempo Via dell’Amore, unico tratto del sentiero Azzurro attualmente aperto al pubblico, resterà gratuita sino a quando non saranno terminati i lavori sugli altri percorsi.
Le Cinque Terre ce la stanno mettendo proprio tutta per non consegnare al mondo l’immagine del Paradiso perduto sepolto sotto il fango.
Monterosso, ma soprattutto Vernazza, hanno subìto una devastazione terribile, ma hanno messo in campo orgoglio e determinazione per rimettere fuori la testa. I volontari accorsi da ogni parte in questo angolo di Liguria famoso nel mondo e la gara di solidarietà che ha raggiunto persino gli Stati Uniti e l’Australia hanno moltiplicato le energie degli abitanti, che da generazioni devono sudare sangue per strappare alla roccia condizioni accettabili di vita. E la fatica ce l’hanno nel dna. Per sostenere la difficile opera di ricostruzione l’Associazione Amici delle Cinque Terre ha lanciato l’idea del bonus, un contributo che si potrà recuperare in servizi e pernottamenti nei borghi. E per Vernazza c’è la possibilità di comprare una pietra, che recherà inciso il nome del sottoscrittore, e che servirà a rifare strade e strutture danneggiate.
Le Cinque Terre sono il motore del turismo spezzino che ogni anno muove numeri e fatturati sempre in crescendo. La paura che possa imballarsi per lo scempio provocato dall’alluvione è diffusa e comprensibile. Conforta un sondaggio effettuato da TripAdvisor, il maggior sito mondiale di recensioni di viaggio, secondo il quale il 74% dei turisti intervistati sarebbero pronti a trascorrere le vacanze nelle Cinque Terre la prossima estate, il 34% si è detto disponibile a visitare le località colpite e solo il 15% teme nuove inondazioni. Vernazza non ce la farà a rimettersi in sesto per la prossima primavera-estate: ci sono strade da rifare, case da ripulire, servizi da ripristinare. Ma l’offerta Cinque Terre potrà mantenere il suo appeal puntando sugli altri borghi, Monterosso compreso. E i segnali venuti dal mercato lo confermerebbero.
In Val di Magra e in Lunigiana, invece, si vivono ancora giorni di rabbia e di paura. Il fiume, che ormai esonda due-tre volte l’anno, è una minaccia per chi ha le case vicino alle sponde o in zona alluvionale. E negli ultimi tempi gli abitanti hanno dato vita a clamorose manifestazioni di protesta. Chiedono da tempo la messa in sicurezza della zona della foce del Magra con dragaggio dei fondali, un canale scolmatore che funga da bypass idraulico nel caso di piena, il mantenimento delle aree golenali e l’istituzione di un magistrato delle acque, una figura unica di controllo sui fiumi Magra e Vara. E poi una soluzione provvisoria per il ponte crollato della Colombiera che ha trasformato Fiumaretta e Ameglia in due paesi fantasma. ( Fonte: www.mentelocale.it)
Autore: Renzo Raffaelli