Punti di riferimento essenziali della storia marittima.
I fari fanno da sempre sognare i viaggiatori, rappresentano l’orgoglio delle regioni costiere e raccontano spesso un’epopea umana. Proprio come le intriganti torri genovesi del litorale della Corsica …
Sul ciglio di una scarpata rocciosa o alla fine di un capo, sempre in posizione avanzata, i fari tracciano l’itinerario delle barche, ma contraddistinguono anche il paesaggio costiero francese.
Questo patrimonio risale principalmente alla metà del XIX secolo, ma alcune postazioni sono talvolta funzionanti da oltre trecento anni.
Un esempio a tal proposito è Cap Fréhel, a 15 km da Pléneuf-Val André ( Bretagna), il cui faro, costruito nel 1950 in un magnifico scenario naturale di lande e scogliere, raggiunge i 103 metri di altezza e sostituisce un antecedente faro strategico, risalente già all’epoca di Vauban e Luigi XIV.
Ben più modesto e discreto, il faro in pietra di Ploumanach’ emerge dalla fascinosa confusione di blocchi di granito rosa attorno a Perros-Guirec, diventando a sua volta celebre e molto fotografato.
Sempre in Bretagna, a 30 km da Bénodet, il faro della punta di Penmarch’ risale, con i suoi 60 metri d’altezza, al 1897. Il faro porta il curioso nome di Eckmühl, in omaggio alla donatrice che l’ha in gran parte finanziato, ereditiera di un aristocratico francese che portava però un titolo nobiliare della regione bavarese in Germania.
Il faro di Cap Ferret, che segna l’ingresso nel bacino d’Arcachon, si erge, con i suoi 47 metri d’altezza, al di sopra delle abitazioni e delle pinete. Il faro costituisce uno dei rari punti panoramici di questo litorale di sabbia e foreste, rivaleggiando con l’unico rilievo naturale del luogo: la grande Duna del Pyla!
Allo stesso modo, il faro dell’Espiguette, nelle vicinanze del Grau-du-Roi, emerge con ostentazione dalle sabbie e dai terreni pianeggianti della Camargue.
In Corsica è possibile ammirare una straordinaria collezione di torri in pietra, che si ergono solitarie e attirano l’attenzione. Ben conservate o in rovina, rotonde o squadrate, sono più di una sessantina a essere arrivate ad oggi dal XVI secolo, poste alla fine di capi e promontori, spesso perdute nella natura selvaggia.
Queste torri, dette “genovesi” perché costruite al tempo della tutela dell’isola da parte della repubblica commerciale di Genova, servivano da postazioni di vedetta alle popolazioni locali. Gli uomini in sentinella allertavano la popolazione alla vista dei pirati e tutti correvano a rifugiarsi tra le montagne per evitare il saccheggio.
Come quella di Capitello, nei pressi di Ajaccio, le torri sono costruite tutte su uno stesso modello (15 metri d’altezza, quattro piani per sei guardiani) e ripartite sull’insieme del litorale corso. Un vero sentiero di Pollicino che può ispirare l’escursionista alla scoperta della natura in riva al mare o i diportisti che navigano lungo le coste…
Fonte: http://mare.rendezvousenfrance.com