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CLUB ANDARE IN GIRO

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In anteprima la mostra del Caravaggio di Spagna nel Palazzo dei Diamanti

Pubblicato da oleg su 1 Ottobre 2013, 13:56pm

Tags: #Exhibitions and Events

http://www.corteestense.it/wp-content/uploads/2013/09/zurbaran_ferrara_2463.jpgIl dolce e diafano viso di Santa Casilda è da qualche giorno che ci guarda dalle locandine attaccate in alcuni negozi della città (ancora poche, a dire la verità). Santa Casilda, proveniente dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, è uno dei quarantanove quadri che compongono la mostra monografica su Zurbarán, che Palazzo dei Diamanti dedica al grande protagonista del “Siglo de oro” della pittura spagnola. Si tratta della prima mostra monografica mai realizzata in Italia. Ieri mattina la visita in anteprima della rassegna dell'artista spagnolo con le guide d'eccezione Ignacio Cano conservatore del Museo de Bellas Artes di Siviglia e di Maria Luisa Pacelli direttrice dei Diamanti. La mostra, che sarà inaugurata venerdì pomeriggio e sarà aperta al pubblico dal 14 settembre sino al 6 gennaio 2014, è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Centre for Fine Arts di Bruxelles con la speciale collaborazione del Museo Nacional del Prado di Madrid e dal Museo di Siviglia.

. Le sale di Palazzo Diamanti sono ancora piene d’imballaggi, alcuni appena svuotati con le opere appoggiate o attaccate al muro, altri invece contenenti i quadri appena arrivati che attendono di essere “acclimatati” dolcemente alla temperatura delle sale. Solito via vai di tecnici per i controlli e per appendere le famose tele. Nessuna paura, venerdì sarà tutto pronto per i visitatori.

«Zurbarán - spiega Ignacio Cano - è un grande protagonista del Seicento spagnolo. Da subito ha intrapreso un percorso personale rispetto ai grandi maestri, si muove con una libertà creativa che non hanno i suoi contemporanei. Zurbarán volge il suo sguardo indietro guardando l’arte medioevale, la fa sua e la rielabora».

L’artista sivigliano è tra i massimi interpreti del tenebrismo e più volte è stato definito il “Caravaggio spagnolo”. I temi religiosi sono protagonisti delle sue tele. La sua è una pittura descrittiva che parla all’anima e mette in “collegamento” con Dio, secondo quelli che erano i precetti del Concilio di Trento, che imponeva non uno stile ma un fine. I committenti di Zurbarán sono ordini ecclesiastici, monasteri, nobili della sua Spagna, ma poi arrivano le importanti commissioni dall’America latina e che - come nel caso di alcune tele dei figli di Giacobbe - presero anche la strada dell’Inghilterra, come preda di un pirata inglese. Le commissioni che arrivavano dalle Americhe erano di tale quantità che Zurbarán diede vita ad una vera e propria scuola ed i suoi allievi contribuirono alla realizzazione di parte delle opere.

La galleria di personaggi di Zurbarián è assai vasta, tutti vivono della luce che il pittore riesce a far emergere da dentro la tela. È il caso dello splendido “San Francesco nella sua tomba” (proveniente dal Milwaukee Art Museum), dove il viso si intravvede appena da sotto il saio e tutta l’attenzione è concentrata, grazie al gioco di luci, sul teschio che il Santo porta tra le mani; la collocazione in una delle sale piccole dei Diamanti mette ancora di più il risalto tutta la potenza pittorica e il messaggio religioso destinato a “giungere all’anima”.

«Ma in Zurbarán - ha detto ancora Cano - è si importante il ruolo delle persone ma anche quello degli oggetti rappresentati. Oggetti della quotidianità, come un vaso, un libro o un tessuto».

E, a proposito di tessuti, il pittore spagnolo ha una grande conoscenza (il padre era commerciante di stoffe) e capacità nel dipingerli, come ad esempio nel “San Gregorio”, dove si vede l’impalpabilità e la semplicità della veste bianca, che contrasta con la complessa trama dei paramenti sacri. Così nei bellissimi abiti delle sante, come la Casilda emblema della mostra, dove le sottane ed i mantelli “intarsiati” accentuano l’incarnato del volto.

Un capitolo importante è poi quello delle nature morte, belle ed essenziali come “Una tazza d’acqua e una rosa”, le quali ebbero la capacità di farsi ammirare ed ispirare artisti moderni come Edouard Manet, Giorgio Morandi, Pablo Picasso e Salvador Dalì.

Fabio Ziosi

Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/09/11/news/in-anteprima-la-mostra-del-caravaggio-di-spagn-a-nel-palazzo-dei-diamanti-1.7725138

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