Tre itinerari per scoprire sulle due ruote il Sulcis Iglesiente, un angolo di Sardegna ricco di biodiversità.
Tra le provincie della Sardegna è probabilmente quella con maggiore varietà di paesaggi ed è per questo che Carbonia Iglesias è una meta ideale per vacanze cicloturistiche, specie se ci si inoltra tra le meraviglie del Sulcis Iglesiente. L’intera rete stradale della zona è un susseguirsi di rettilinei, dolci salite non troppo impegnative, seguite sempre da rilassanti discese e il contesto non è da meno in quanto vi è un ricco patrimonio naturalistico da scoprire, con viste sul mare, sui monti e sulle miniere abbandonate. Ecco tre itinerari da non perdere in sella a una mountain bike.
Il primo si snoda lungo le aree umide del Sulcis ed è un percorso di bassa difficoltà e di circa 8 ore interamente in pianura articolato tra lagune, stagni, saline, serbatoi di biodiversità e fonti di risorse rinnovabili con partenza dalla piccola e graziosa cittadina di Calasetta. Si attraversano poi, per un totale di 44.9 km, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Giba, Sant’Anna Arresi che, insieme ai comuni di Masainas, Portoscuso e Carloforte, inglobano gli oltre 2000 ettari di zone umide costiere della Sardegna meridionale.
Più impegnativo, invece, il percorso che attraversa l’Isola di San Pietro per circa 35 km percorribili più o meno in 9 ore. Da Carloforte si pedala sulla strada che costeggia il mare e attraversa le Saline di Carloforte, per raggiungere la falesia della Punta delle Colonne da cui si possono ammirare quei faraglioni generati dall’erosione marina selettiva che le leggende locali tramandano piuttosto come mostri pietrificati da San Pietro per difendere i cittadini dai loro malefici. Il paesaggio è tipicamente agrario ma presto, proseguendo per Capo Sandalo, ci si ritrova immersi in un paradiso di biodiversità dominato dai falchi. E’ per questo che nel 1981 la LIPU ha istituito a San Pietro l’oasi di questi rapaci, oggi area d’importanza internazionale per la nidificazione degli uccelli marini del Mediterraneo, che si estende su una superficie di 236 ettari nella parte occidentale dell’isola. Ultime tappe di questo itinerario sono Capo Sandalo e Cala Fico, prima del ritorno al paese di Carloforte.
Il terzo tour che segnaliamo ha bisogno della compagnia di una guida esperta, pur essendo di media difficoltà. I luoghi che si attraversano sono infatti molto impervi ma dotati di un fascino particolare in quanto consentono di ripercorrere le tracce del giovane re Nur alla ricerca della sua sposa. Si attraversa per 46,3 km la valle delle fate, un ambiente che consente di spaziare tra storia, archeologia, speleologia, geologia, miniere e botanica.
La prima tappa si svolge nelle pendici meridionali del Marganai, bastionata calcarea dalla sagoma maestosa che domina la valle lungo un percorso rurale che alterna asfalto e sterrate sino a costeggiare il villaggio nuragico di S’Omu ‘e S’Orcu, per concludersi oltre il monumentale traforo naturale della grotta di San Giovanni lungo circa 800 metri e tra i pochi al mondo ad essere percorso da una strada carrozzabile. La seconda tappa è un’impegnativa ascesa alla scoperta della valle del rio S. Giovanni e dei ruderi minerari di Reigraxius e Mamenga, sino allo straordinario compendio forestale del Marganai e agli inusuali panorami visibili dai 910 metri di Punta San Michele.
Dalla stazione forestale di Marganai e dal giardino botanico di Linasia si prosegue lungo una divertente e veloce discesa su una facile sterrata che raggiunge la valle del rio Corongiu, per concludere su una strada asfaltata e poco trafficata che conduce alla scoperta del lago Corsi, un invaso artificiale incastonato nel mezzo di sugherete e macchia mediterranea, e con una discesa lungo i tornanti che conducono nella piazza dedicata a Quintino Sella, punto di ritrovo per eccellenza ad Iglesias.
Fonte: www.lastampa.it