
Il verde del giardino sembra una bandiera spiegata dalla natura per celebrare la sua vittoria sulla crudeltà delle armi. Bellezza e serenità hanno cancellato definitivamente il passato, complice anche il paesaggio circostante, un trionfo di chiome e foglie che a breve si trasformeranno in una tavolozza policroma. Attorno al giardino, un’imponente cintura di pietre disegna il profilo di Castel Beseno, il più grande complesso fortificato del Trentino, la cui esistenza fu segnata a più riprese da scontri e combattimenti fra il XII e il XX secolo, cioè fino alle due guerre mondiali. Tra tutte, la battaglia che senza dubbio rimase impressa nella storia di questo fortilizio e del suo territorio si svolse nel 1487, quando le truppe tirolesi del vescovo di Trento sconfissero duramente l’esercito della Serenissima affrontandosi nella battaglia di Calliano. Gli scontri e le vicende del passato tracciano oggi il percorso di visita del castello, dai torrioni alle sale arredate, diventando anche lo spunto per le periodiche rievocazioni in costume. Per comprendere il ruolo strategico della fortezza, posta sulle strade di comunicazione fra l’impero germanico e la penisola italica, basta salire sul camminamento di ronda, una stupefacente terrazza panoramica che guarda sull’altipiano di Folgaria da una parte e sulla valle dell’Adige dall’altra.
Ai piedi della fortezza, il fiume Adige è la via d’acqua che unisce Beseno a Trento, ancora entusiasta per l’apertura del Muse, il museo dedicato alle scienze firmato da Renzo Piano e inaugurato il 27 luglio. Alle sue linee futuristiche che interpretano la verticalità delle vette giocando con i materiali e con i volumi, fanno da contrappunto i bastioni del Castello del Buonconsiglio, il più vasto e il più importante dei castelli trentini. L’antica (e sontuosa) residenza dei principi vescovi di Trento è in realtà un insieme di edifici che ne raccontano il divenire. Attorno al nucleo più antico (il Castelvecchio) e alla sua torre cilindrica, il corso dei secoli, della storia e dell’architettura hanno aggiunto strutture rinascimentali (il Magno Palazzo) e barocche (la Giunta Albertiana).
Per scoprire i gioielli del castello bisogna entrare nelle torri, dove gli affreschi e le decorazioni delle pareti rappresentano un prezioso viaggio a ritroso nella storia. Dallo straordinario e rarissimo avvicendarsi di stagioni del trecentesco «ciclo dei mesi» nella Torre Aquila alle scene di caccia e ai dipinti della Torre del Falco, dove il pennello ha illustrato vita e svaghi della nobiltà cinquecentesca, con Salisburgo su una delle pareti a completare l’insieme iconografico di pittura tedesca più importante del Trentino.
Risalendo ancora il corso dell’Adige si incontra la deviazione verso la Val di Non, che si apre ad anfiteatro gloriandosi del titolo di regno delle mele. Stagliato contro la quinta di montagne, Castel Thun ha l’aspetto più dolce della dimora di famiglia. Anzi, di una famiglia illustre e potente, quella da cui prende il nome, trasformato nell’attuale Thun dal «de Tono», mutuato dal toponimo della località di origine, Ton. È una dimora ricca di arredi e d’arte, frutto di cinque secoli di mecenatismo e con una Stanza del Vescovo, la più bella, che profuma di legno di cirmolo. In uno dei torrioni c’è la biblioteca, ulteriore testimonianza della vivacità culturale e intellettuale della famiglia, il cui archivio è un vero resoconto storico della zona.
Anche Castel Valer è legato alle vicende di una famiglia, quella dei conti Spaur. Ancora vi abitano e perciò il castello non è aperto al pubblico, ma la sua spettacolare posizione sul Torrente Noce e il suo torrione, uno dei più suggestivi del Trentino, valgono una sosta. E una fotografia. Pochi chilometri di strada e ci si addentra ancora di più nella Val di Non, oltre Sanzeno con il suo Santuario di San Romedio, uno degli eremi più suggestivi d’Europa fatto di sette chiesette sovrapposte costruite sulla roccia, e fino a Casez, delizioso borgo di montagna con una piazza rinascimentale incorniciata da dimore patrizie. Il 12 e 13 ottobre diventa il palcoscenico di Pomaria (www.pomaria.it ), la festa dedicata alle mele, con attività e degustazioni legate al prodotto che ormai caratterizza l’identità di questo territorio. Sulla sponda opposta del lago di Santa Giustina, Cles, capoluogo della valle, riflette nelle acque la sagoma del proprio castello e domina una regione in cui la produzione frutticola è un vero fiore all’occhiello.
Bisogna uscire dalla valle e spingersi a sud, oltre il lago di Molveno, per trovare il quarto dei castelli del circuito museale del Castello di Buonconsiglio (www.buonconsiglio.it ). Si tratta di Castel Stenico, antica residenza estiva dei principi vescovi di Trento, nonché del Capitano. L’esterno piuttosto austero – assomiglia a una fortezza – nasconde un’anima completamente diversa, con affreschi e sculture che svelano la sua successiva funzione di elegante residenza. E se non bastasse ammirare e visitare le residenze del passato, si può scegliere di trascorrervi la notte: Villa di Campo (www.villadicampo.it ), a Campo Lomaso, è un’antica dimora del 1850, circondata da borghi medievali, chiesette pittoresche e inserita nel Relais Trentino di Charme (www.trentinocharme.it).
Fonte: www.lastampa.it