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CLUB ANDARE IN GIRO

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Mar Ligure: Santuario dei Cetacei. Alla ricerca di delfini e balene

Pubblicato da oleg su 24 Agosto 2011, 15:21pm

Tags: #Liguria

http://www.mentelocale.it/img_contenuti/collaboratori/grandi/Delfini-g.jpgNato nel 1999 da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco, il Santuario dei cetacei racchiude uno specchio di mare di circa 100.000 Km quadrati, per la maggior parte di acque internazionali, compreso tra Tolone (Francia), Capo Falcone (Sardegna occidentale), Capo Ferro (Sardegna orientale) e Fosso Chiarone (Toscana). È questa la zona del Mediterraneo con la più alta percentuale di cetacei.

 

Gli scopi principali del Santuario sono lo studio e la protezione di questi di mammiferi marini. Nel corso degli anni (le prime ricerche sono del 1978) è stato appurato che nel Santuario nuotano circa diciannove specie diverse di cetacei e che, tra queste, otto sono stanziali. Si va dalla balenottera comune (fino a ventiquattro metri di lunghezza e settantacinque tonnellate di peso) al delfino comune (appena due metri per novanta chili) passando per il tursiope, la stenella striata, il globicefalo (presenta un caratteristico capo prominente), il grampo (contraddistinto dai numerosi graffi sul capo e sul dorso) e il capodoglio (il più grande predatore vivente). In più, benché non vi nuotino stabilmente, è possibile incontrare specie come l'orca o la foca monaca.

 

Grazie dunque a queste caratteristiche uniche, è andato fiorendo e crescendo negli anni il whale watching, cioè la ricerca e l'avvistamento dei cetacei. Basta infatti qualche ora di navigazione da uno qualsiasi dei porti liguri per giungere nelle zone dove si incrociano delfini e balenottere. Per una corretta e fruttuosa ricerca, però, occorre osservare alcune semplici regole. Il mare deve essere calmo e la navigazione tra i quattro e sette nodi, a velocità costante. È bene poi essere in più persone a scrutare l'orizzonte, così da avere una complessiva visione a 360°. Non è semplice comunque, soprattutto se si è alle prime armi, riconoscere i segni della presenza di un branco. Il più evidente è certamente lo sbuffo emesso dagli animali quando tornano in superficie per respirare. In questi momenti si possono vedere anche il dorso, la coda e il muso.

 

Una volta individuato il branco, sono ancora necessari alcuni accorgimenti per non disturbare, o peggio spaventare, gli animali: non fare mai manovre brusche se non in caso di pericolo di collisione. Sempre a questo proposito, la rotta di avvicinamento non deve essere frontale, ma laterale. Cercare di capire la direzione dei mammiferi e soprattutto non dividere il branco con l'imbarcazione. Anche se a malincuore, bisogna allontanarsi se nel gruppo ci sono cuccioli molto piccoli. Per quanto riguarda i grandi mammiferi, è bene non avvicinarsi a più di centocinquanta metri e non superare i dieci minuti d'osservazione. I cetacei sono molto sensibili ai suoni, quindi meglio evitare rumori forti; il silenzio è la cosa migliore. Lo stesso discorso vale per la luce e quindi i flash delle macchine fotografiche. Non bisogna nemmeno buttare oggetti fuori bordo o tuffarsi in acqua personalmente. Infine, se il branco si allontana, non è il caso di lanciarsi al suo inseguimento.

 

Per chi vuole tentare l'avvistamento sulla propria barca, si consiglia la zona del savonese. Più precisamente da Capo Noli a Capo Mele (grampi, globicefali, stenelle e balenottere comuni). Anche il capodoglio privilegia la zona di Capo Noli, mentre lo zifio, capace di scendere fino a mille metri di profondità, è concentrato maggiormente al largo di Savona.

 

Coloro che al contrario preferiscono affidarsi a esperti biologi, in tutta la Liguria vengono effettuate escursioni di whale watching. Ad esempio il consorzio Liguria via mare e l'Acquario di Genova, col supporto del Wwf, organizzano ogni martedì e sabato (in questo giorno sosta a Portfino) d'agosto un'escursione nelle acque tra il Porto Antico e Portofino. A bordo un biologo dell'Acquario e del Wwf che, per l'occasione, illustra anche il progetto Delfini metropolitani che, dal 2001, studia la presenza di questi mammiferi nelle immediate vicinanze della città.

A Genova l'associazione Battibaleno organizza corsi ed escursioni per apprendere la difficile arte del whale watching.

 

Ma il consorzio Liguria via mare effettua partenze anche da molte altre località della regione: Arenzano, Varazze, Savona, Loano, Andora e Alassio. Anche in questi casi a bordo è sempre presente un biologo marino. La gita dura dalle quattro alle nove ore a seconda del porto di partenza.

 

Nel savonese altre escursioni nel cuore del Santuario sono organizzate anche da Vela marina, con partenza da Finale Ligure.

 

Restando ancora nel ponente, c'è da segnalare che la società Golfo Paradiso di Camogli effettua, col marchio di Sanremo cetacei, servizi di whale watching con la sua motonave Corsara (imbarcazione costruita appositamente per questa attività) con partenze da Sanremo e Imperia. Fino al 30 settembre 2011, ecco gli orari e le tariffe: partenze da Sanremo Porto Vecchio tutti i giorni alle ore 13.00 (adulti 28 Eu, ragazzi dai 5 ai 14 anni 16 Eu, bambini fin o ai 4 anni gratis). Partenze da Imperia Porto Maurizio il martedi, il giovedi, il sabato e la domenica alle ore 13.45 (adulti 28 Eu, dai 5 ai 14 anni 16 Eu, bambini fin o ai 4 anni gratis). Partenze dal Porto di Bordighera il lunedi, il mercoledi e il venerdi (adulti 28 Eu, ragazzi dai 5 ai 14 anni 16 Eu, bambini fin o ai 4 anni gratis).

 

Anche il Consorzio Liguria Viamare organizza escursioni con partenza da Imperia Porto Maurizio. Per vedere da lontano un delfino o una balenottera bisogna prenotare un posto in barca (basta chiamare i numeri 0183 769364 e 336 688829; oppure mandare una mail all'indirizzo info@whalewatch.it).

Il whale watching viene effettuato per tutta l'estate, e fino al 19 settembre, tutti i giorni dal lunedì al sabato. Ecco gli orari di partenza: da Imperia Porto Maurizio alle ore 12.00 (tariffe: adulti 33 Eu; ragazzi dai 5 ai 14 anni 22 Eu; per i bambini fino ai 4 anni la gita è gratuita). ( Fonte: www.mentelocale.it)

Autore: Andrea Scarel

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