A Jorge Louis Borges, ospite abituale durante i suoi soggiorni romani, sarebbe piaciuta Crash, l’installazione site-specific di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini con la quale lo storico Hotel Locarno di via Della Penna ha voluto salutare l’inizio dei lavori di restyling. I due artisti hanno infatti proceduto a una personalissima opera di demolizione, “segando” letti, bagni, sventrando le pareti, sollevando le vetuste tappezzerie per arieggiare le mille storie dei tanti personaggi che scelgono di soggiornare in questo luogo che, più che un albergo, è una casa di artisti. Elsa Morante e Carlo Cecchi scrivevano nella sua sala da tea in stile liberty, Alberto Moravia vi trascorreva molte ore al giorno. Il cileno Sepulveda chiede sempre le stanze al secondo piano, Toni Servillo ha preteso di dormire qui durante le riprese de “La grande bellezza”, film che potrebbe regalare l’Oscar all’Italia. Ai tavolini, mentre sorseggiano un cocktail Roma-Bracciano si possono incontrare John Maklovich, Williama Defoe, Daniel Pennac (www.hotellocarno.com ).
Crash può essere il punto di partenza per godere questo novembre romano ricco di mostre artistiche di grande rilievo. A cominciare da Augusto, meravigliosa esposizione dedicata dalle Scuderie del Quirinale a Ottaviano e alle sue grandiose conquiste: vi si ammirano le statue che lo rappresentano con un corpo scultoreo (www.scuderiedelquirinale.it). Poco distante, al Palazzo delle Esposizioni, si può rivivere la storia in immagini di 125 anni del National Geographic raccontata dai più grandi fotografi del mondo: tra essi colpiscono gli scatti del canadese Paul Nicklen che punta l’obiettivo sugli animali delle nevi, la Mecca ritratta da Thomas Abercrombie, i primi piani di William Albert Allard, oltre alla ragazza afghana dagli occhi verdi di Steve MCcurry che, prima di diventare la fotografia più famosa del mondo, faceva parte di un rullino scartato (www.palazzoesposizioni.it ).
Partendo sempre dall’Hotel Locarno, al mattino successivo, è piacevole salire sulla terrazza panoramica del Pincio per godere una vista magnifica su tutta Roma e compiere una passeggiata diretti alla Fontana dei Cavalli Marini, al Globe Theatre, ovvero il teatro ricostruito sul modello di quello tanto caro a Shakespeare, e poi “virare”, scortati nell’aere dallo stuolo di pappagallini fuggiti dal vicino Bioparco a Villa Borghese. Ammirate “La Conversione di Saulo” e “La Crocifissione di San Pietro” del Caravaggio, oltre alla Cappella Chigi nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, a piedi in trenta minuti di camminata lungo la Via Flaminia, si raggiunge il Maxxi, il Museo Nazionale delle Arti del XX secolo disegnato da Zaha Hadid, in cui in questo periodo si resta affascinati da “Stigmata” di Jan Fabre che dà un saggio della sua abilità nella ball-pen art, oltre a esporre sculture e compiere performance critiche sul denaro e i suoi “non valori”. Sorprendono i video al “ralenti” di Clemens von Wedemeyer.
Fino al 24 novembre è allestita anche la mostra fotografica “Freedom fighters”, un tributo iconografico a colori i quali hanno lottato, sacrificando persino la vita, come Martin Luther King o J.F.Kennedy per l’eguaglianza razziale negli Stati Uniti. Per il pranzo, è gioiosa l’atmosfera e buono il cibo al brunch del ristorante del Museo nell’ex deposito dei mezzi di trasporto della polizia (www.fondazionemaxxi.it ). Nel nuovo spazio espositivo allestito all’interno del complesso che ospita l’Ara Pacis fa la sua unica tappa europea la collezione di pittura impressionista e post impressionista della Nation Gallery of Art di Washington (www.arapacis.it ): le tele di Eugene Boudin, le nature morte di Henri Fantin-Latour fanno sognare. Così come quella “tavola apparecchiata in giardino” da Pierre Bonnard mette un certo languorino, che si può soddisfare al Ristorante “Dal Bolognese” celebre per il suo imbattibile bollito: il giardino non c’è, ma la vista su Piazza del Popolo è un quadro animato.
Fonte: www.lastampa.it