Eleganti e preziose, salotti della natura, sono le strade del vino in Toscana, regione i cui fondali furono dipinti dai migliori scenografi del Padreterno. Giù dai cipressi, su terre di aristocratiche tinte abitano creatori di vini indimenticabili (a loor è dedicata da oggi a domencia la kemersse fiorentina Divino Tuscany, ideata da James Suckling). Le vie che salgono, si versano in panorami mozzafiato, s’avvitano a cavatappi, costeggiano e tagliano i vigneti componendo una geografia che ha il compito di avvertire: bevi, ma non tanto da annebbiare la vista. Bevi e ammira.
Un ottimo punto di ammirazione potrebbe essere il quattrocentesco Castello di Brolio che subito s’affratella al nome di Ricasoli: dai suoi spalti, lo spettacolo del Chianti è parente stretto, ma tangibile, d’una fata morgana amante delle uve sangioveto, canaiolo, trebbiano e malvasia. Dall’Impruneta, appendice fiorentina, patria dei vasai d’arte, a Castelnuovo Berardenga, attraverso Greve in Chianti, Greti con il castello di Verrazzano, Ponzano, Radda e Gaiole, tutto un procedere teatrale, un romanzo di borghi medievali emergenti da laghi e mari di vigneti, da onorare con calici il contenuto dei quali profuma di mammola, di viola e di giaggiolo. Sarebbe colpevole se prima di puntare sulla fascia etrusca, dove regnano i massimi avversari del Putto e del Gallo nero, dimenticassimo l’illustre strada Medicea dei vini di Carmignano, lungo Artimino, Comeana e Poggio a Caiano, e non rammentassimo la via che da Montalcino conduce a Montepulciano passando dalle stupende San Quirico d’Orcia e Pienza. Un inchino al rosso granato carico del Brunello, amico intimo degli arrosti, e un saluto affettuoso al Nobile di Montepulciano, capriccioso da giovane e morbido, caldo e generoso con l’avanzare dell’età.
Si arriva alla Costa degli Etruschi dopo una dilettevole scarrozzata attraverso i colli pisani. Da Casciana Terme a Fauglia, dalla fascinosa Lari a Morrona e Terricciola per risalire a Nord verso San Miniato, un percorso che fa bene allo spirito e al palato. Siamo pronti ad affrontare il trittico MontescudaioGuardistallo-Casale Marittimo. In un gruzzolo di chilometri, una rassegna di squisitezze paesaggistiche e di doc di gradazione sportiva o in doppio petto. Incertezza: ci si ferma a bere o, appoggiati a un muro antico, si guardano le rondini fare il chiasso intorno a torri e campanili?
A Bibbona si inizia il percorso dei vini blasonati. Qui regnano i frutti dell’intelligenza e della passione di Mario Incisa della Rocchetta, del grande enotecnico Giacomo Tachis, di Lodovico Antinori. Sassicaia e Ornellaia sono oggi due vini di statura mondiale. Bolgheri, alla sommità della strada dei cipressi che parte da San Guido è, con Castagneto Carducci, il punto più struggente di un piccolo mondo di malie enologiche. Ma appena usciti dall’incanto, ecco il richiamo dei doc della Val di Cornia, da San Vincenzo a Suvereto, Sassetta e Monteverdi; e dei Colli di Maremma, da Scansano a Pitigliano scavalcando Mogliano e Manciano. Scenari da sogno fortunato. E in tanta bellezza, i vini debbono mantenersi eccellenti per non correre il rischio d’essere dimenticati.
Fonte: www.lastampa.it
" Toscana: I colori delle strade del vino" di Ianni Ranieri
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: