Le Cinque Terre riaprono al turismo dopo l’alluvione che lo scorso ottobre ha invaso con fiumi di fango i centri storici di Vernazza e Monterosso e devastato i loro territori danneggiando alcuni sentieri del più famoso trekking costiero italiano. Un paradiso della passeggiata, dove si cammina all’ombra di pini marittimi, limoni e fichi sotto cui cresce l’erica. A fianco di scarpate dove agavi e fichi d’India delimitano macchie di lecci. Una rete di 118 chilometri di mulattiere, articolata tra litorale e impervio entroterra, attraverso un paesaggio arcaico dove l’uomo ha terrazzato la montagna con 7000 chilometri di muretti a secco per ricavare i ciàn, le strisce di terra dove si coltivano vite, ulivo e ortaggi. Dove case gialle, rosa e rosse spiccano tra blu del mare e verde dei boschi.
Destinazione ecoturistica per eccellenza, luogo ideale per una vacanza lontana da rumore e traffico. Una catena montuosa parallela all’Appennino che digrada in mare tra insenature, promontori e pendii scoscesi. Il lembo più selvaggio della costa ligure che, grazie al lungo isolamento dovuto alla durezza del suo ambiente, è stato risparmiato dalla speculazione edilizia che nei decenni scorsi ha devastato altre località della regione. E, coniugando singolarità del paesaggio e integrità del territorio agreste, nel 1997 è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Oggi le Cinque Terre sono protette nell’omonimo parco nazionale, il più piccolo e allo stesso tempo il più densamente popolato della Penisola, con 5000 abitanti disseminati tra i comuni di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. Una tutela ambientale estesa dal 1997 anche alla biodiversità dei suoi fondali con un’area marina protetta.
L'itinerario costiero che collega i cinque borghi marinari, il più facile e frequentato, è stato ripristinato solo in parte: l’agibilità dei sentieri è aggiornata sul sito www.parconazionale5terre.it/sentieri. È aperto il tratto tra Riomaggiore e Manarola, dove si trova la celebre Via dell’Amore, la stradina in piano di un chilometro (ricavata su un tratto di scogliera punteggiato di agavi) con i muri - nei 200 metri protetti da una galleria aperta a loggia sul mare - ricoperti di graffiti e poesie a tema amoroso.
Prima di imboccarla, a Riomaggiore - diviso tra il quartiere dei pescatori, affacciato sul mare, e quello degli agricoltori, aggrappato alla collina - si visita la trecentesca chiesa di San Giovanni Battista con preziose tele, un grande crocifisso ligneo e un antico organo. Nel borgo medievale di Manarola, con le case dai colori pastello appoggiate su uno sperone di roccia e i carruggi che scendono al porticciolo, merita invece una visita la chiesa gotica della Natività di Maria Vergine con campanile quadrato, rosone in marmo traforato e portale raffigurante il martirio di San Lorenzo.
Sono invece ancora chiusi i due sentieri costieri che collegano Manarola a Corniglia (due chilometri) e quest’ultima a Vernazza (quattro chilometri). Da Manarola si raggiunge Corniglia con una passeggiata di 5,7 chilometri attraverso vigne e uliveti nel primo entroterra. È il borgo più elevato: arroccato su un promontorio. Con le case in pietra sospese su un precipizio di 90 metri sul mare. Corniglia offre le immagini più pittoresche della regione. Tra i carrugi si vende il vino bianco delle Cinque Terre, concorrente dell’altro nettare locale, il liquoroso Sciacchetrà. Dalle terrazze della sua torre, l’inseguirsi dei promontori lungo la costa appare come una visione onirica nella foschia del primo mattino. E scendendo la ripida valle che conduce al mare, tra gli orti, si incontrano donne che portano ancora sulla testa il loro carico di ortaggi.
A Vernazza per ora si arriva solo in treno, il mezzo consigliato per raggiungere tutte le Cinque Terre, dove molte strade sono ancora in via di ripristino e comunque usate da forestale e protezione civile per i lavori di risanamento del territorio. Abbarbicata su un sperone roccioso (alla cui base si apre un’ampia caverna) che forma una piccola baia, Vernazza è il borgo più caratteristico con la vecchia torre del castello che domina il promontorio e la chiesa lambita dall’acqua. L’hanno soprannominata «la piccola Venezia delle Cinque Terre» tanto è protesa verso il mare. Solo alcune sue strutture hanno riaperto: aggiornamenti su vernazzafutura. blogspot.it.
Sono invece agibili i circa tre chilometri di sentiero costiero che, tra salite e discese, collegano Vernazza a Monterosso. Separato in due tronchi da un colle roccioso percorso da un tunnel, Monterosso ha un carattere diverso dai quattro paesi a cui è associato: raggiunta la sua lunga spiaggia sabbiosa, gli escursionisti si tolgono gli scarponi per un tuffo in mare. Anche qui la situazione alberghiera è in divenire: aggiornamenti su www. buongiornomonterosso.com e su www.ecoturismoreport.it.
"Destinazione ecoturistica per eccellenza, luogo ideale per una vacanza lontana dal rumore e dal traffico" ( Fonte: www.lastampa.it)
info@slowfood.it
" Il fascino ritrovato delle Cinque Terre" di Marco Moretti
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: