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CLUB ANDARE IN GIRO

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" Val Gardena. Sulle piste in bicicletta" di Luigi Alfieri

Pubblicato da oleg su 20 Luglio 2012, 08:27am

Tags: #Trentino Alto Adige

http://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/foto/dett_articolo/1342016972198_0.JPGIl Passo Gardena, gremito di cicloamatori festanti dopo aver scalato una salita mitica, è laggiù in fondo ad un'ora di sudore di distanza. Il Gruppo Sella, col le sue cime a dente di pescecane e i suoi altopiani, è di fronte, maestoso e imponente, perso nella luce di metallo del mezzogiorno estivo. Un po' più a occidente spunta la più bella montagna delle Dolomiti: il Sassolungo. Dietro, azzurre per la distanza - lo diceva anche Leonardo: i monti lontani l'occhio li vede celesti - le cime della Tofana, della Marmolada, del Catinaccio e dello Sciliar. Sopra, un cielo cobalto che commuove.
 Lo spettacolo offerto dai pendii della catena del Cir ha pochi pari nel mondo. Riempie l'anima e il cuore, dà un senso alla fatica di camminare e di vivere. Ma la bellezza titanica del paesaggio non è tutto quello che il Cir può offrire. I profumi delle campanule e delle margherite,  le macchie gialle, lilla, arancio, blu, che spuntano dal verde tenero dei prati, la cristallina freschezza dell'acqua delle fonti, la leggerezza dell'aria  fanno dell'ascesa verso le vette racchiuse nel parco naturale Puez-Odle un'esperienza che coinvolge ed esalta tutti i sensi. Una somma di attimi che la memoria renderà eterni. Un sentiero stretto tra le rocce e i campi, tornanti che si succedono ai tornanti, pietre appuntite, orchidee selvagge e genziane, il vento che scende dalle cime  e muove  le foglie dei rododendri sono immagini che cadono in fondo al cuore leggere come la neve. La salita sul Cir - o sul Sassolungo -  è la Val Gardena classica. Conquistare le bellezze alpine camminando è l'usato sicuro. Da sempre si va sulle Dolomiti per salire verso il cielo passo dopo passo. Magari infilando qualche ferrata. Ma i valligiani vogliono dare agli amanti delle terre alte sempre di più. E allora ecco che che arriva l'eBike.
La bici da montagna elettrica, che quando le gambe non ce la fanno più comincia a spingere con l'energia pulita accumulata pedalando. Si esce dall'Hotel Savoy di Selva sulle due ruote. Si attraversa Santa Cristina, sfilando nella luce vellutata del primo mattino, e a Ortisei si caricano le biciclette sugli impianti di risalita che portano all'Alpe di Siusi, l'altipiano più alto d'Europa. Per i ciclisti il plateau è un campo di battaglia immenso. A sinistra, adagiata al Sassolungo, c'è la sagoma inconfondibile del Sassopiatto. A destra le rocce dello Sciliar. In mezzo una teoria infinita di prati su cui volare con le mountain bike. Le ruote che schiacciano l'erba fanno salire verso il cielo il profumo di menta selvaggia; si scala una collinetta guardando in faccia il Catinaccio lontano e poi ci si butta giù a rotta di collo in cerca di emozioni forti. Di mano in mano che si avvicina il Sassopiatto, si aprono sentieri ripidi e sassosi che portano sulle falde della montagna. Pedalare diventa sempre più difficile e solo il supporto elettrico permette di arrivare all'ultima baita al confine tra l'erba e la roccia. Un traguardo che un tempo era riservato agli atleti veri, e che oggi con l'eBike è alla portata di chi ha nelle gambe appena un poco di allenamento. Queste due ruote magiche permettono di realizzare imprese incredibili. Per esempio è possibile fare  il mitico giro dei «quattro passi» (Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella) conosciuto come Sella Ronda. In pratica il più famoso circuito sciistico invernale del mondo viene messo a disposizione dei ciclisti aprendo alle due ruote l'accesso agli impianti di risalita. Ed è subito adrenalina.
Fonte: www.gazzettadiparma.it

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