Il nome
Il toponimo Soncino viene fatto risalire all’epoca delle invasioni germaniche dopo la disgregazione dell’impero romano: periodo in cui secondo la tradizione si collocherebbe la fondazione di Soncino. Il significato più probabile è “re delle acque”. Tuttavia non ci sono attualmente resti materiali, né si possiedono fonti documentarie che attestino questa tradizione.
La Storia
L’origine di Soncino è ancora avvolta nel mistero.
Alcuni ritrovamenti archeologici sporadici possono solo presumere un passaggio di popolazioni preistoriche attraverso il territorio soncinese, che in quest'epoca (dal periodo Neolitico all’inizio dell’Età del Ferro) era bagnato dalle acque paludose del lago Girondo (o Gerundo). Il dosso su cui sorge l'odierno centro storico di Soncino doveva allora emergere dalle acque e, quindi, poteva essere un luogo molto ben protetto e sicuro.
Risalgono all’epoca romana (II secolo a.C. – IV secolo d.C.) numerosi ritrovamenti di materiale laterizio oltre che di due ville ed alcune fornaci nella zona settentrionale del comune di Soncino che sembra essere stata la prima veramente abitata. Questo perché si trovava ad un'altitudine superiore e, quindi, non interessata dalle acque del lago Girondo. Era, però, una zona ricchissima di risorgive e di argilla, materiale ideale per le costruzioni romane.
All’epoca delle invasioni ungare (IX-X secolo) nel Nord Italia si assiste alla nascita di numerose fortificazioni che determinano una progressiva frammentazione del territorio. A questo periodo dovrebbe risalire la vecchia rocca di Soncino situata sull’angolo sud-orientale del borgo.
Il 1118 è una data fondamentale, infatti Soncino viene istituito a “borgo franco” segnando il passaggio dalla zona d'influenza bergamasca a quella cremonese. Questa istituzione comporta una notevole espansione demografica e, soprattutto, economica. Il controllo dell'attraversamento del fiume Oglio permette di incamerare notevoli ricchezze. Incominciano, però, i violenti contrasti con i bresciani a causa, appunto, del fiume. La costruzione del borgo franco di Orzinuovi risponde a queste continue lotte, che vedranno prevalere quasi sempre i soncinesi. All'interno del borgo c'è un'intensa fioritura economica che porta sicuramente a fortificare almeno in parte il dosso soncinese, se non in muratura, almeno mediante terrapieni e palizzate in legno.
Nel XIII secolo, sotto la guida di Buoso da Dovara, avviene la prima importante militarizzazione di Soncino. Viene risistemata la vecchia rocca e, soprattutto, si costruisce interamente in muratura la cinta muraria. E' uno dei periodi più floridi di Soncino, così come gran parte dei comuni del Nord Italia. L'aumento della ricchezza consente anche migliorie dal punto di vista dei pubblici servizi come la grandiosa costruzione del sistema idrico-fognario che permette anche il funzionamento dei numerosi mulini e folli.
Con il privilegio del 1311 Soncino viene a trovarsi sottoposto direttamente all'Impero (diventa Terra Separata) senza il controllo di nessuna altra città, come era stato prima con Cremona. E' il periodo, quindi, di maggiore indipendenza. I privilegi concessi erano di natura prettamente economica e intendevano favorire l'espansione commerciale di questo territorio.
Nel 1313 lo stesso Enrico VII, con diploma imperiale, investe in feudo Soncino a Giovanni I conte del Forese. Un’infeudazione più sulla carta che reale e, certamente, non impedì l'assoluta indipendenza e libertà della comunità soncinese.
Nel periodo visconteo (1385-1454) Soncino diventa la più importante roccaforte di difesa lungo la linea di confine del fiume Oglio tra Visconti e veneziani. Per ben tre volte nel XV secolo la Repubblica di Venezia riuscì ad impadronirsi di Soncino, dando sempre prova di buon governo. Si sviluppa grandemente l'attività imprenditoriale sia con gli ebrei che con alcune famiglie locali, soprattutto Amadoni e Azzanelli continuando anche nel secolo XVI. Ciò permette una diffusione maggiore dei famosi pannilana soncinesi, ormai richiesti su tutti i mercati europei.
La seconda grande militarizzazione del borgo soncinese avviene nell’epoca sforzesca (1454-1536) con il rifacimento completo della cerchia muraria e con la costruzione della rocca. Gli Sforza ebbero grande considerazione di Soncino per la sua posizione strategicamente importante all'interno dello scacchiere militare dell'Italia Settentrionale, per questo lo dotarono di imponenti strutture difensive.
Con l’arrivo degli Spagnoli (1536) inizia il periodo di decadenza del comune soncinese. L'infeudazione ad opera dei marchesi Stampa limita i numerosi privilegi avuti nei secoli passati da Soncino. Lo stanziamento di numerose truppe militari spagnole contribuisce, inoltre, all'impoverimento del territorio ed alla progressiva e costante perdita di vitalità economica.
Tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo avviene la completa smilitarizzazione ad opera prima degli Austriaci mediante l'abbattimento delle quattro porte medioevali e poi di Napoleone. Questi ultimi avvenimenti determinano la fine della storia indipendente del borgo soncinese.
Rocca Sforzesca
II progetto della rocca fu elaborato dagli architetti militari sforzeschi Serafino Gavazzi da Lodi, Stefano da Lonate, Danesio de' Maineri e Jacopo de Lera coordinati da Bartolomeo Gadio. Per la costruzione bastò un solo anno (1473), grazie alla sua collocazione all'estremità inferiore della depressione valliva nord-sud. L'originale torre cilindrica di sud-ovest deve la particolare struttura al riutilizzo di un preesistente torrione della cinta muraria.
L'impianto architettonico non si discosta dagli schemi tradizionali, salvo l'accentuazione dello spessore dei muri per ammortizzare i colpi delle artiglierie.
Con l'infeudazione Stampa (1536), la rocca fu adattata a residenza della famiglia marchionale con la chiusura degli spalti per ricavarne stanze e la torre di sud-est cappella privata. II marchese Ermete I vi aggiunse il rivellino (1545), rivolto però non alla campagna, ma verso il borgo, perché i suoi nemici più temuti erano i riluttanti sudditi soncinesi. Un cunicolo collegava la rocca alla chiesa di S. Maria delle Grazie.
L'ultimo Stampa lasciò al Comune di Soncino l'antica fortezza ridotta a rudere (1876) e l'arch. Luca Beltrami la restaurò secondo la teoria del ripristino architettonico storico, cioè sulla base della documentazione d'archivio (1886-1895). II ponte di soccorso sulla campagna fu realizzato nel 1912 e il levatoio nel 1957.
Il prodotto del borgo
La radice amara, gustosissima verdura invernale, è un prodotto caratteristico del territorio circo¬stante l'antico borgo di Soncino. Si consuma come una verdura, è buona e gustosa, ma fa bene come una medicina: è un depurativo eccezionale contenente inulina che produce benefici effetti sull’intestino e sul sangue. Ha la forma di una carota ed è raccolta in autunno-inverno per giungere sulle tavole dei buongustai di tutta Italia e dell’Europa.
Il piatto del borgo
Radici in bagna cauda
Lessare le radici, quindi condirle con la bagna cauda.
Ingredienti per la bagna cauda: 2 hg. di filetti d’acciuga, 1 capo d’aglio, olio d’oliva extravergine.
Tritare finemente aglio e acciughe; quindi aggiungere olio e mettere su fuoco lento rimestando continuamente fino a cottura ultimata (circa 2 ore). ( Fonte: http://www.borghitalia.it/html/borgo_it.php?codice_borgo=368&codice=elenco&page=1)