Con il fido Teseo, la Contessa Alessandra Castelbarco Visconti Simonetta ha un rapporto speciale. E' lei la Signora della Tenuta Berroni, una magnifica villa patrizia che fu costruita nel 1773 come dimora di villeggiatura del nobile De Laugier.
Circondata da uno splendido parco, Tenuta Berroni contiene la dimora patrizia, una cappella e alcuni edifici rurali che oggi ospitano una evoluta start-up agricola di trasformazione del latte, gestita dai discendenti.
La Contessa sintetizza in un dato l'impegno di questa tenuta. " Ho 10.000 metri quadri di tetti di cui prendermi cura" e con la schiettezza che la contraddistingue non nega il peso di questa responsabilità. Con 3 ettari di parco, 1 ettaro di giardino e 1 ettaro di orto, di cose da fare ce ne sono parecchie e lei, da " coltivatore diretto" con studi di agraria alle spalle, non si tira certo indietro.
Un tempo questa era una Villa di campagna isolata, non molto distante dal Castello di Racconigi residenza estiva dei Savoja. Nel '700 questo era un importantissimo centro europeo di produzione della seta. La dimora entra tra le proprietà della famiglia dei Ceriana, setaioli originari di Valenza Po, nel 1866. Il Conte Carlo Ceriana Mayneri era uno dei fondatori della Fiat e trisnonno della contessa Alessandra Castelbarco che gestisce la tenuta dal 2001.
Il Feudo dei Castelbarco, originari del Trentino, in reatà è molto lontano da questo magnifico angolo di Piemonte con la piana e le nebbie del cuneese che permettono al Monviso di nascondersi e di rivelarsi. E la storia del ceppo nobiliare è molto antica: Giovanni Castelbarco ebbe a che fare persino con Matilde di Canossa.
Accanto alla Contessa ci sono oggi i due figli Sandor e Michelle Gosztonyi de Gosztony es Krencs, dal cognome ungherese, ma lei venne gettata nella gestione dal padre Alessandro Castelbarco, Conte anche lui (ma generale di divisione) a soli 21 anni.
" Mi ritrovai iscritta alla Facoltà di Agraria senza saperlo, fosse stato per me avrei studiato lingue". Oggi è fiera di appartenere alla categoria dei coltivatori diretti.
Donna sincera, simpatica e indubbiamente intelligente, rivela tenacia ed anche un gran umorismo. Le chiedo cosa le è rimasto del Trentino. " Il senso di responsabilità" risponde. E cosa invece le ha dato l'essere nobile? " La responsabilità della terra". E la cancellata della recinzione sembra affacciarsi sull'infinito.
La curiosità del vivere, la disciplina, la concretezza sono suoi tratti specifici. E' nata a Rovereto dove è cresciuta e ha studiato. Ha lasciato la tenuta di Loppio che era ancora adolescente. Oggi è una madre fortunata: i figli sono con lei e la accompagnano nella gestione della tenuta che è residenza, azienda agrcola, startup (è partito da poco anche Agri Berroni un laboratorio di gelateria. " Se li ho con me è perchè li ho lasciati liberi di andare" commenta orgogliosa.
E lei nella villa ci è invece arrivata stabilmente nel 2000. Si deve a lei il recupero dell'imponente corpus di edifici. In vent'anni di lavoro compiuto con amore, passione e anche audacia, la dimora storica è diventata sede di ricevimenti, eventi privati e pubblici di alto livello. Le decorazioni degli interni e gli antichi arredi, opera di artisti che avevano lavorato anche al vicino Castello di Racconigi, conferiscono alla dimora un fascino speciale.
Stupendo il Grande Salone d'Onore su due piani ( con stucchi comaschi e luganesi) che accoglie il visitatore. Qui vengono celebrati i matrimoni: la villa è richiestissima ed ha spazi così vasti che è possibile per gli sposi alloggiare, organizzare ricevimento, servizi fotografici e tutto quanto può concorrere a fare del giorno delle nozze un evento da favola.
Stilisticamente si ispira agli chateaux francesi, con la facciata dai toni pastello, che si affaccia su un ampio parco di alberi secolari ( querce, faggi e ginko biloba). Non è difficile immaginare che nell'800 fu teatro di battute di caccia, ricevimenti e gran balli.
Il parco deve la sua forma alla mano dell'illustre paesaggista della corte sabauda, Giacomo Pregliasco, che mise mano al giardino rielaborandolo in forme romantiche nel 1819, conferendogli fascino ed eleganza. A distanza di due secoli è ancora magnifico e stupisce in ogni stagione: a primavera con la fioritura dei narcisi selvatici, di violette odorose e di primule. A maggio con i mughetti e le peonie erbacee e più tardi con le rare peonie arboree e le rose antiche inglesi curate dalla padrona di casa.
Nella Arancera è stato ricavato un Ristorante che è stato dato in gestione. Nelle antiche stalle è stata ricavata una sala polifunzionale per eventi, nella villa si celebrano matrimoni, nell'antico alloggio del cocchiere oggi ci sono due appartamenti che ospitano turisti nello stile delle dimore storiche italiane
La Corte di San Giorgio in origine riservata alle scuderie, al ricovero delle carrozze e all'alloggio del cocchiere ospita due eleganti appartamenti molto richiesti dai turisti e da chi ama fare tappa nelle dimore storiche italiane con angolo cottura, con la possibilità di fare sauna e idromassaggio, anche nei mesi più freddi, in giardino.
La Tenuta fa parte di ADSI, l'associazione che raduna le Dimore Storiche del Piemonte, che conta 350 soci. Ad esserne Presidente è il figlio Sandòr. Il sodalizio si impegna a mantenere viva l'anima dei luoghi attraverso le famiglie. Proprio come ha fatto la Contessa Alessandra Castelbarco Visconti Simonetta.