Alcune escursioni sono belle per la mete che faticosamente si raggiungono, altre ancora sono belle per il percorso mozzafiato che offrono: la Grotta dei Falsari è stupenda per entrambe. Scenica apertura di roccia che sbuca sulla sottostante via Aurelia, questo anfratto roccioso a picco sul mare rappresenta uno scorcio indubbiamente alternativo ai soliti panorami ai quali la Liguria ci ha da sempre abituato.
Varigotti è il punto di partenza di questa gita e, questo è un consiglio per chi vuole unire l’utile al dilettevole, vale la pena svegliarsi un po’ prima onde evitare ressa e calca ma soprattutto - e non ditemi che leggendo i luoghi di questo percorso non vi sia venuto in mente - per fare un bagnetto rinfrescante dopo la camminata.
Partiti dalla splendida frazione di Finale ci si inerpica da via degli Ulivi verso il promontorio di punta Crena che domina niente di meno che la ultranota Baia dei Saraceni. Per una volta dominare la scena e non esserne inghiottiti nelle affollatissime domeniche d’estate dà una certa soddisfazione.
Spaventa l'attacco del sentiero, l’ascesa è ripida e irta ma niente paura: dopo i primi sbuffi di fatica si arriva in quota e la salita lascia spazio ad un piacevole saliscendi immersi negli uliveti. Dopo una ventina di minuti si arriva a sbattere contro un muro adornato di ex voto marinareschi. Il muro è stracolmo di colori e di vita: salvagente, ritagli di giornale, frasi di ringraziamento di chi, naufrago in questi lidi, ha trovato miracolosa salvezza. Proseguendo dopo poche centinaia di metri ci troviamo di fronte a un bivio che ci porta, scendendo per qualche metro, alla chiesa di San Lorenzo.
Si riparte e, a mezza costa nascosti al camminatore distratto, spuntano i resti di quella che era niente di meno che una abbazia benedettina fondata intorno al tredicesimo secolo e ancora oggi in buone condizioni. Ci aggiriamo per le struttura, fortuitamente aperte da una simpatica guida che ci affascinati raccontandoci del connubio tra l’antica struttura e il panorama che si può ammirare. I benedettini non potevano scegliere posto migliore.
Ritorniamo sul sentiero principale discutendo sul come il destino accomuni questa chiesa alla cattedrale di Genova essendo state entrambe vittime di bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale: la differenza è che qui la bomba è scoppiata.
Ora il sentiero che si addentra nella vegetazione: senza troppa fatica si percorre una mulattiera ben tracciata che con ampi tornanti ci avvicina alla punta di Capo Noli, il punto più alto della nostra gita. Camminare dinnanzi al mare è un toccasana, i piedi sono ben saldi sul terreno mentre la mente spazia nell’immensità del mare: è questo a rendere questa giornata indimenticabile.
Non smette di stupire la ricchezza di questo sentiero: mentre ci avviciniamo alla cresta ecco apparire la Torre delle streghe. Sembrerebbe una semplice torre di avvistamento se non fosse per il nome inquietante che ci lascia perplessi. La sorpassiamo di slancio e giungiamo finalmente in cima al monte di Capo Noli. Qui lo sguardo può spaziare su tutta la Liguria, il solito adagio ci preannuncia che nelle giornate limpide si vedrebbe la Corsica; noi ci accontentiamo di dominare la nostra regione addentando un panino.
Siamo impazienti, scorgiamo la carrareccia che dalla cima ci porta, in una ventina di minuti, all’entrata della grotta. Scendiamo rapidamente sino ad arrivare all’anfratto rimanendo basiti per lo spettacolo che questa cavità rocciosa ci offre. Da una piccola breccia laterale si entra in questo meraviglioso balcone naturale e alle parole si sostituiscono i silenzi che il luogo impone.
Sorridenti lasciamo la grotta solo quando ci sentiamo soddisfatti della nostra passeggiata, senza guardare l’orologio scendiamo sulla sottostante via Aurelia e torniamo verso Varigotti dove abbiamo lasciato la macchina. Antipatico che non ci sia il marciapiede ma il mare colma questo deficit e in venti minuti siamo al punto di partenza costeggiando alcune delle più belle spiagge liguri. Non dimenticate il costume.
Lorenzo Zanelli
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